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I giovani al vescovo. "Non c'è posto per noi"

Interviste sulla rupe ai "giovani che non ci sono" evocati da monsignor Scanavino nel suo intervento...

ORVIETO - È il pianeta giovani quello che il vescovo tira più spesso in ballo nell'intervista pubblicata su "Lettera Orvietana". I giovani che "quasi non ci sono, vengono solo per la passeggiata domenicale vespertina", i giovani che "vivono lontano dalla Rupe" e non sono "stimolati a costruire la nuova vita culturale dell'Orvieto attuale", i giovani che non devono "essere costretti ad emigrare per ragioni di abitazione e di lavoro".

E loro rispondono, dando pienamente ragione al vescovo Scanavino.

"Il problema fondamentale - dice Antonella Talloncini, 29 anni - è che a Orvieto non c'è lavoro. Inutile la formazione, anni di studi universitari, se poi le aziende non ci sono e quelle poche che ci sono chiudono".

 

"Certo che ha ragione il vescovo - le fa eco, Stefano Martucci, 32 anni - l'offerta lavorativa sulla Rupe spazia dall'imbianchino al portiere d'albergo. È ovvio che con questi presupposti è più facile andarsene che restare".

 

"Il vescovo ha assolutamente ragione quando dice che per i giovani non ci sono possibilità ad Orvieto - afferma Alessia Grancini, 29 anni  - si trovano, per lo più, lavori occasionali o part time. Stessa penuria di possibilità per quanto riguarda il tempo libero e lo sport. E questo è tanto più assurdo - sia dal punto di vista del lavoro che dal punto di vista del divertimento - se si pensa a quanti immobili inutilizzati dentro la Rupe stanno andando in malora".

Pubblicato il: 02/09/2005

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