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Orvieto. Morcella spara a zero su sindaco e maggioranza

Per il consigliere azzurro Orvieto è "nave senza nocchiero in gran tempesta". E invoca "scelte coraggiose le quali, nel rispetto della naturale vocazione turistico-culturale della nostra terra, sappiano creare posti di lavoro ed occasioni di sviluppo"...

foto di copertina

ORVIETO - "Il sindaco Mocio dica se, ad oggi, è in grado di avviare e portare a compimento un progetto per la città o se viceversa, le condizioni politiche e le mal celate divisioni interne, non glielo consentano. E in questo caso, tragga le conclusioni, anche le più drastiche. La città e l'economica del territorio non sono in grado di sopportare ulteriori quattro anni di 'navigazione a vista'".
Spara a zero il consigliere azzurro, Massimo Morcella, in una disamina politica ed economica che non fa prigionieri.
"L'attività di governo - prosegue - appare titubante, senza obiettivi chiari, improntata all'improvvisazione e fin troppo palesemente condizionata da beghe interne. Il sindaco, d'altro canto, non pare in grado di mantenere le redini di una giunta troppo eterogenea e troppo poco incline ad affrontare, con coerenza, i problemi reali della città. Si continuano a minimizzare i segnali drammatici e non si pongono in essere iniziative politiche tese a creare posti di lavoro e attrarre sul nostro territorio capitali ed investitori". "Il caso della cava di Benano - torna, infine, a ribadire Morcella - è sintomatico di quest'incapacità dell'Amministrazione. Non è questo l'atteggiamento che potrà catalizzare, ora ed in futuro, l'attenzione di chi, nonostante tutto, crede ancora nelle inespresse potenzialità della città ed in essa e per essa vorrebbe investire".

Questo il testo integrale dell'intervento di Morcella:

I nostri amministratori pubblici dimostrano di non cogliere appieno la gravità della situazione economica e sociale che la città di Orvieto e il suo territorio stanno attraversando ormai da diversi anni. L'attività di governo appare titubante, incerta, senza obiettivi chiari, improntata alla assoluta improvvisazione e fin troppo palesemente condizionata da beghe interne che stanno stravolgendo i partiti della coalizione di maggioranza. Il nostro sindaco non pare in grado di mantenere le redini di una Giunta troppo eterogenea e troppo poco incline ad affrontare, con coerenza, i problemi reali della Città. Orvieto si trova così ad essere "nave senza nocchiero in gran tempesta".

Si continuano a minimizzare i segnali drammatici che da più parti giungono. Si sottovaluta la crisi e la chiusura di imprese storiche (quali Mabro ed Itelco solo per citare gli esempi più eclatanti); non si contrasta il progressivo inarrestabile depotenziamento del nostro scalo ferroviario; non si da impulso allo sviluppo della zona industriale. Non si pongono in essere, in buona sostanza, iniziative politiche tese ad attrarre sul nostro territorio capitali ed investitori.

Il caso della "Cava di Benano" è sintomatico di questa assoluta incapacità che caratterizza l'agire della attuale amministrazione. In un primo tempo, difatti, si è approvata una variante al piano regolatore senza tenere in considerazione l'opinione dei cittadini interessati; successivamente, volgendo le vele in direzione opposta, si è fatta marcia indietro senza rispetto per gli investitori del settore. Non è questo l'atteggiamento che la Città si aspetta dai propri amministratori e non è certamente questo l'atteggiamento che potrà catalizzare, ora ed in futuro, l'attenzione di chi nonostante tutto crede ancora nelle inespresse potenzialità della Città ed in essa e per essa vorrebbe investire.

Se si vuole invertire questa tendenza che sta facendo sprofondare Orvieto nella più grave crisi economica del dopo-guerra, è necessario che il Sindaco e la Giunta tutta, operino scelte coraggiose le quali, nel rispetto della naturale vocazione turistico-culturale della nostra terra, sappiano creare posti di lavoro ed occasioni di sviluppo economico duraturo. Non è più possibile attendere oltre. E' necessario che si riprenda in mano il timone creando, a fianco dell'economia della cultura, anche la cultura dell'economia. L'idea del patto territoriale da stringere tra tutte le forze politiche regionali e le associazioni di categoria è senz'altro auspicabile ed appare, nel breve-medio periodo, l'unico strumento serio di programmazione che possa far intravedere uno spiraglio di luce. In questa ottica, anche e soprattutto le associazioni sindacali dovrebbero (come peraltro stanno già facendo) dare il loro massimo contributo in termini propositivi e di indirizzo.

Da parte sua il sindaco Mocio dovrebbe dire alla Città se ad oggi è in grado di avviare e portare a compimento questo progetto di salvataggio cittadino o se viceversa, le condizioni politiche e le mal celate divisioni interne, non gli consentano di perseguire questa strada. In questa ultima ipotesi egli dovrebbe coraggiosamente trarre le scontate conclusioni, anche quelle più drastiche, in considerazione del fatto che la nostra Città e l'economica del nostro territorio non sono in grado di sopportare ulteriori quattro anni di "navigazione a vista".

Pubblicato il: 26/08/2005

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