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Elezioni 2006. Stella e Barbabella onorevoli scelti dal popolo e non dai partiti

Il lode delle primarie. Se si potessero scegliere anche i candidati a Senato e Camera. Potrebbe andare così...

foto di copertina

di Dante Freddi

Le primarie nell'Unione che si terranno ad ottobre costituiscono un evento importante, che osserveremo con attenzione. Perché è la prima volta, perché servono per capire meglio i comportamenti della nostra fauna politica, perché daranno il segno della situazione all'interno dei diesse, dove i movimenti sono più fluidi.

E per quella occasione c'è nell'aria un'idea interesante.
È stata lanciata nel piccolo ma agitato laghetto della politica orvietana in un redazionale da noi pubblicato giorni fa.
A scriverlo un nostro lettore, Marco Moscetti.
Dice nella sostanza: "E se il centrosinistra facesse le primarie anche per i collegi della Camera e del Senato?"

Il Comitato regionale umbro dei diesse, in effetti, aveva già individuato nelle primarie la forma da promuovere per la scelta dei candidati. Ma eravamo nel gennaio dello scorso anno e il tempo passa, le situazioni mutano, le proposte scompaiono sommerse da altri interessi contingenti. Certo, pensare che una classe politica ceda ai propri elettori una scelta che ha in mano da sempre è poco probabile, ma ragionarci può comunque aiutare ad interpretare la politica del centrosinistra dei prossimi mesi.

Ci focalizziamo sul centrosinistra perché, a meno di fenomeni eccezionali od azioni suicide, è da lì che verranno deputato e senatore.

Ad oggi, con i metodi tradizionali di definizione delle candidature, i nomi che sono correnti per ricoprire la carica di senatore e deputato sono gli attuali Angius e Bellillo e l'aspirante Stella, qualcuno suggerisce anche Prosperini.
Se invece si andasse alle primarie e si affermasse il principio che i candidati se li scelgono gli elettori, sarebbero più difficili scelte "romane" o perugine".
A questo punto potrebbe saltar fuori un candidato di Rifondazione, per rastrellare anche i voti dei dissidenti diesse, ma anche uno dello SDI, magari Franco Raimondo Barbabella.
Allora le cose cambierebbero e la situazione potrebbe diventare incerta.
La differenza è fatta da Barbabella, che ha un carriera politica di tutto rispetto, è conosciuto ed apprezzato, ha competenza e personalità per rappresentare l'Orvietano e l'Unione in Parlamento. Un buon candidato, a cui è difficile dire di no, se non per il fatto che è socialista e non gli compete il "posto". Ma di fronte ad una scelta popolare l'appartenenza al partito non conterebbe più e quindi nessuno potrebbe escluderlo.

A chi si contrapporrebbe Barbabella? a Stella o Angius o al candidato di Rifondazione-dissidenti diesse o alla Bellillo? Il correntone avrebbe il coraggio di bocciare la Stella? i fassiniani sosterrebbero Angius o Stella o tutti e due, uno per la Camera ed uno per il Senato? c'è ancora qualcuno disponibile a candidare e votare Bellillo?
E poi, chi alla Camera e chi al Senato?

Una robusta serie di punti interrogativi, figurativi di mancanza di certezze, assenti mai come ora. Ma se l'attenzione dei partiti di centrosinistra e degli elettori si focalizzasse su Stella e Barbabella, forse avremmo per la prima volta due onorevoli "del nostro", nello spirito del sistema elettorale uninominale e non del manuale Cencelli dei partiti.

(Nella foto in home la cava del Botto. Qui Fiaschi e Morcella.)

Pubblicato il: 23/08/2005

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