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Sergio Spadoni, presidente di Assindustria: costituire una commissione al di sopra delle parti

"Faremo tutto il possibile per salvaguardare il nostro iscritto (il cavatore Giosuè Fiaschi, ndr) e trovare una soluzione che non danneggi nessuno...

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di Stefania Tomba

ORVIETO - Una commissione tecnica "super partes" che verifichi fino in fondo l'effettiva possibilità di impiantare la cava senza arrecare danno a nessuno. Solo questa, secondo Sergio Spadoni, presidente di Assindustria di Orvieto, la soluzione in grado di mettere, una volta per tutte, la parola fine sulla discussione intorno ai sì e no alla cava di Benano. Insomma la partita non può considerarsi chiusa per gli industriali di Orvieto fino a un indagine approfondita che venga portata avanti da tecnici "che non facciano capo né alla Se.ce né al Comune". Anche se sulle decisioni di Mocio il presidente Spadoni mantiene un rigoroso equilibrio. "Non posso conoscere fino in fondo i motivi che hanno spinto il sindaco a prendere la posizione che ha preso. Se siano motivi di ordine tecnico, politico o economico. Pertanto non voglio entrare nel merito e preferisco non giudicare". "Se c'è stato un passo indietro - aggiunge - potrebbe darsi che all'epoca della variante sia stato fatto un esame più superficiale e che le difficoltà vengano a galla oggi alla luce di un esame più approfondito. In ogni caso ribadisco che una commissione "super partes" sgombererebbe il campo da ogni dubbio". Secondo Spadoni, fanno bene, invece, sindacati e partiti a prendere posizioni. "Trovo logico - afferma - che siano preoccupati e abbiano voluto entrare nel dibattito". "D'altro canto - s'infiamma - non assistiamo ad altro che a chiusure di aziende nel nostro territorio e il problema occupazionale è di primo piano. Siamo a un punto di non ritorno: sono finiti i tempi dei finanziamenti a pioggia, il percorso per rifinanziare la legge speciale non sarà facile. Dunque vanno tenuti in grandissima considerazione quei posti di lavoro. Che non sono solo quelli dei trentacinque operai ma anche quelli di tutto l'indotto che è estremamente importante". "Senza contare che l'attività estrattiva va sicuramente considerata una risorsa per questo territorio, che deve svilupparsi compatibilmente al rispetto dell'ambiente, ma va riconosciuta come una risorsa. E sicuramente lo è il basalto di Benano che è quasi unico in Italia e molto richiesto". Coniugare ambiente e industria, insomma, è il primo obiettivo nel modello di sviluppo economico che ha in mente Assindustria per Orvieto e il suo comprensorio. "E' indispensabile trovare la formula per una convivenza possibile in quanto è importante salvaguardare l'ambiente almeno quanto è importante avere posti di lavoro".  Quale sviluppo possibile, allora, per l'Orvietano? Questa la ricetta del presidente Spadoni. "Innanzitutto c'è bisogno di portare avanti fino in fondo le azioni intraprese per migliorare le infrastrutture, preliminare questo indispensabile a qualsiasi tipo di iniziativa imprenditoriale. E poi continuare a puntare sull'esistente cercando di valorizzarlo nella prospettiva della tipicità, ovvero sfruttare un marchio che deve essere di qualità. A partire dal settore agricolo (vino, olio e tabacco) manifatturiero indotto e quello del turismo che sono quelli che rivestono una marcata incidenza del prodotto lordo della zona. Tra l'altro i dati del turismo sono molto confortanti. L'Orvietano ha retto in termini di presenze. Ora bisogna puntare ad allungare la permanenza che è quella che più interessa. E poi bisogna continuare a marciare incontro alla tecnologia: va favorevolmente rimarcata la presenza significativa e sempre più diffusa ad Orvieto di aziende del settore dell'Information and comunication tecnology. E giocare al meglio, infine, la partita del riuso della ex caserma Piave a cui Assindustria guarda con grandissimo interesse". "Il tutto, ovviamente, - conclude - in un quadro d'insieme che non perda mai di vista né l'ambiente né l'occupazione". In una parola individuare delle soluzioni di equilibrio e indolori. Come quelle auspicate sulla cava di Benano. "Quello che è certo - chiude Spadoni - è che faremo tutto il possibile per salvaguardare il nostro iscritto (il cavatore Giosuè Fiaschi, ndr) e trovare una soluzione che non danneggi nessuno". L'ampliamento della cava del Botto? "Non so se se sia una soluzione - dice Spadoni - attendo un incontro con Fiaschi, probabilmente a giorni, per capire le sue intenzioni".

Pubblicato il: 22/08/2005

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