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Mocio tiene duro

L'incontro di ieri mattina con i sindacati ha prodotto soltanto aperture generali e di principio. Nessun cedimento sulla cava di Benano...

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO – Il sindaco non arretra di un centimetro: alla fine il passo indietro, auspicato dai sindacati in merito al secco no di Mocio alla cava di Benano, non c’è stato e l’incontro, che si è protratto a singhiozzo (tra appuntamenti e incontri già nell’agenda dell’Amministrazione) per l’intera mattinata, è servito più che altro ad aprire il confronto, fin qui mancato, tra istituzioni e organizzazioni sindacali. Due di fondo le novità uscite dal vertice. La prima è che l’Amministrazione comunale si è impegnata a promuovere nel prossimo mese di settembre un tavolo di confronto a livello territoriale con la partecipazione delle istituzioni locali, associazioni imprenditoriali e organizzazioni sindacali per individuare le priorità di sviluppo del territorio, anche con riferimento alle politiche estrattive. Un’attività questa che tanto i sindacati quanto il Comune riconoscono come “storicamente compresa nel modello di sviluppo economico del territorio, anche in termini occupazionali”. La seconda è che, come “contropartita” al no all’impianto di Benano, l’Amministrazione lascerebbe la porta aperta ad un possibile ampliamento della cava in località Botto. L’orientamento comune è quello di “individuare un percorso certo che prolunghi l’attività estrattiva nel sito attualmente esistente, peraltro avvalorata dalla compatibilità urbanistica recentemente rilasciata”. Eppure non si vede l’ombra di un sorriso sul volto del sindaco e su quello del segretario della Cisl, Raffaele Trentini, di Rita Paggio, segretaria della Cgil e dei rispettivi responsabili provinciali di categoria, Enrico Borri e Luigi Mengaroni quando, intorno all’una e trenta, siglano l’accordo raggiunto. E tanto meno su quello dei dieci operai che per l’intera mattinata hanno atteso nell’atrio della sala consiliare l’esito dell’incontro. Sì, perché alla richiesta centrale dei sindacati Mocio ha risposto picche: nessun dietro front. Così quello che speravano di ottenere è ribadito invece in una richiesta ufficiale, quella di “un’ulteriore riflessione sul prg strutturale che consenta di valutare la possibile utilizzazione della risorsa mineraria dell’Alfina, anche con il coinvolgimento dei territori limitrofi”. Nessun piano intercomunale insomma, si va dritti adesso verso lo stralcio dell’area.

Ma che ora la faccenda sia diventata più squisitamente politica è confermato dal fatto che la discussione prosegue e prosegue su più tavoli. A portarla avanti Rifondazione, Sdi, ma anche pezzi della Quercia. Così mentre ieri il segretario dei Socialisti, Gialletti, si confrontava in abboccamenti, informali e separati, con gli assessori Ds, Germani e Frellicca, anche loro poco conformi (a quanto pare) alla posizione ufficiale della Quercia (contraria alla cava), stamani alle 9 Rifondazione e Sdi si riuniranno con i sindacati in un incontro che potrebbe riservare delle sorprese. Se, come è, nell’animo della segretaria dei rifondatori, Rosanna Barbanera, c’è anche l’intenzione di chiedere, a stretto giro, un incontro di coalizione. Cosa che denuncia, semmai ce ne fosse stato bisogno, l’urgenza di un confronto di maggioranza sulla bagarre scatenata dalla presa di posizione della Quercia prima e di Mocio poi. Ma le grane per Rifondazione non si esauriscono nell’ambito dello schieramento. Così come per i Ds, le preoccupazioni sono inevitabilmente rivolte anche alle divisioni interne al partito. Un partito che ha scelto una posizione “non contraria a priori” alla cava, entrando rotta di collisione con il proprio consigliere comunale, Imbastoni.

Infine, ad uscire allo scoperto, entrando nel vivo della discussione politica in atto, adesso, sono anche il Fao (forum ambiente Orvietano), il comitato “Strada bianca di Sugano” e quello per la “Salvaguardia e valorizzazione delle valli del Chiani e Migliari di Ficulle – Parrano”. Che definiscono “scandalosa e incredibile” la scelta di Rifondazione Comunista. “Invitiamo i militanti e i dirigenti locali del partito – affermano - a pretendere spiegazioni di questa posizione dei vertici orvietani in modo che il Prc, che molti nei comitati guardano con simpatia e che hanno anche votato alle ultime consultazioni elettorali, trovi la forza interna di riscattarsi da questa brutta pagina di storia orvietana”. E dopo le  sferzate che riservano al partito, arrivano anche ad insinuare, con decisione, perplessità sulla redazione del prg, puntando il dito contro pareri tecnici “affrettati e discutibili”.

Pubblicato il: 19/08/2005

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