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Attività estrattive nel disordine

La mancanza nella regione di un quadro normativo chiaro che regoli le attività estrattive crea difficoltà di programmazione. Andrea Scopetti, Margherita, incalza la Giunta provinciale

Politica

Il via libera da parte del Consiglio provinciale di Terni ad una richiesta di variante avanzata dal Comune di Giove per la “coltivazione e la ricomposizione ambientale di una cava” in località “I Renari”, ha evidenziato la mancanza nella nostra regione di un quadro normativo chiaro che consenta di programmare e gestire l’intera materia. «Di qui la necessità –ha detto l’assessore all’urbanistica della Provincia di Terni, Fabio Paparelli- di attivare azioni politiche idonee a colmare questa lacuna, auspicando che la Regione proceda celermente all’approvazione del piano-cave. Qualora ciò non avvenga, la Provincia predisporrà un proprio piano. Nel frattempo si potrebbero approvare griglie di valutazione e misure di compensazione cui dovranno attenersi tutti i Comuni. Prestiamo grande attenzione all’abnorme fenomeno delle cave nell’Amerino, in attesa di un piano regionale occorre porvi un freno. Per quanto riguarda le zone protette e di interesse faunistico mi assumo l’impegno ad immettere idonei vincoli nel PTCP».
Tutti i consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, hanno accolto con favore questa ipotesi operativa che consentirebbe di gestire al meglio l’attività estrattiva.
Sull’argomento è stato presentato un documento da parte del consigliere Andrea Scopetti (Margherita) che è stato votato per stralci. È passato all’unanimità l’impegno chiesto al Presidente della Provincia ed alla sua Giunta di «farsi portavoce verso la Regione del disagio dell’Ente nella gestione delle attività estrattive in mancanza di un piano regionale, informandola che, se entro 60 giorni non sarà fatta chiarezza sull’emanazione del piano, la Provincia intende iniziare un percorso autonomo per la predisposizione di un proprio “Piano Provinciale delle Attività Estrattive” ».
Nel frattempo, e questo punto è passato con l’astensione della minoranza, la Provincia predisporrà tutte le possibili norme di salvaguardia per il rilascio delle autorizzazioni ai Comuni: griglie di valutazione e modifiche al “Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale”, inserimento tra i vincoli ostativi la aree di particolare interesse faunistico e quelle sottoposte a vincolo diretto paesaggistico. I Gruppi di Fi ed An si sono astenuti, con la sola eccezione del consigliere Giovanni De Angelis (Fi), che ha votato contro, anche nella parte in cui si chiede all’esecutivo provinciale di «sollecitare i Comuni ad adeguare i propri “Piani Urbanistici” al PTCP, concedendo altri improrogabili 6 mesi di tempo, dopodiché la Provincia sarà tenuta a non prendere in considerazione le eventuali varianti proposte dai Comuni».
La difficoltà per la Provincia a gestire questa delicata materia, quella appunto relativa alle attività estrattive, insieme alla carenza normativa, sia a livello nazionale che locale, è stata sottolineata da tutti i consiglieri intervenuti nel dibattito, al termine del quale l’atto proposto dal comune di Giove è stato approvato all’unanimità. In definitiva, il Consiglio provinciale ha espresso parere favorevole all’approvazione del piano attuativo per la coltivazione e la ricomposizione ambientale di una cava, prevedendo, però, varie prescrizioni che sono finalizzate alla tutela dell’ambiente, delle risorse idriche, delle alberature autoctone.


Pubblicato il: 07/03/2003

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