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Il Consiglio comunale di Orvieto discuterà di terrorismo e guerra

Due ordini del giorno dello Sdi propongono la discussione dei temi politici più caldi. Un consiglio molto 'delicato', quello del 12 marzo, in cui sarà inevitabilmente riesumata la querelle sul monumento a Giuliani

Politica

I consiglieri dello Sdi del Comune di Orvieto, Barbabella, Gialletti e Ranchino, hanno presentato due ordini del giorno da discutere in occasione del Consiglio comunale che si terrà il 12 marzo.

I temi affrontati sono di strettissima attualità e gli o.d.g. proposti vogliono impegnare il Consiglio comunale in una discussione che veda compiere scelte politiche di fondo, che possono anche creare disagio, soprattutto nella maggioranza di centrosinistra.

La richiesta dello Sdi di lasciare “un segno” che ricordi il valoroso ispettore Emanuele Petri è delicata, soprattutto perché inevitabilmente riesumerà la querelle sorta in occasione dell’inaugurazione del monumento in onore di Marco Giuliani.

Seguono i testi dei due o.d.g.

UNITI CONTRO IL TERRORISMO

A distanza di meno di un anno da quello di Marco Biagi un altro feroce atto di terrorismo brigatista stronca delle vite umane, distrugge delle famiglie e ferisce la coscienza democratica degli italiani.

L’assassinio del sovrintendente di polizia Emanuele Petri dimostra, se ce fosse stato ancora bisogno, che il terrorismo non è un fenomeno marginale e isolato e che il Partito Comunista Combattente non è una sigla di irriducibili romantici cultori della rivoluzione armata ma un’organizzazione operativa con una specifica vocazione all’eliminazione fisica delle teste pensanti impegnate nella riforma del mercato del lavoro, capace di muoversi con disinvoltura nel territorio e di colpire chiunque rischi di intralciare i suoi adepti in missione.

Perciò non solo va potenziato l’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura sul loro proprio terreno, che è quello di perseguire senza tentennamenti i delinquenti, ma va dispiegato tutto il potenziale democratico del Paese attraverso una molteplicità di iniziative, a partire dalla riaffermazione di un’unità sostanziale delle forze politiche e sociali intorno ai valori fondanti la nostra democrazia.

I Socialisti Democratici Italiani, mentre si uniscono al dolore della famiglia di Emanuele Petri ed augurano pronta guarigione agli agenti feriti, chiedono al Consiglio Comunale:

1.      di rendersi interprete dei sentimenti democratici del popolo orvietano inviando una testimonianza di solidarietà alla famiglia di Emanuele Petri, al Sindaco di Tuoro, agli agenti feriti e ai responsabili delle forze dell’ordine impegnate nella lotta al terrorismo;

2.      di assumere la determinazione di apporre in un luogo pubblico un segno della partecipazione della nostra città al dolore per l’assassinio del sovrintendente di polizia Emanuele Petri e dell’impegno comune contro il terrorismo.

 

SADDAM SE NE DEVE ANDARE. UN "GOVERNO DEMOCRATICO" DELL'ONU DEVE ESSERE CREATO

Il Consiglio Comunale di Orvieto,

Considerato che Marco Pannella ha promosso un appello diretto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per l’esilio di Saddam Hussein e l’affermazione di un governo democratico in Iraq;

Considerato inoltre che tale appello, oltre ad essere stato firmato già da oltre 20.000 persone, è anche stato approvato quasi all’unanimità dal Parlamento italiano;

1. Aderisce all’appello nel testo che viene riprodotto allegato;

2. Chiede al Governo italiano di ricevere Marco Pannella, di ascoltarne le ragioni e di sostenerle nelle opportune sedi istituzionali internazionali.

Testo dell’appello

«Tra i sostenitori della pace ad ogni costo, eredi di chi affermava di "Morire per Danzica mai !" o "Meglio rossi che morti" e degli appelli "pacifisti" e comunisti alla diserzione di fronte all'esercito hitleriano o davanti ai terroristi del regime talibano da un lato, e delle azioni pericolose e forse non necessarie dei fautori della soluzione militare, della guerra, che metta un punto finale alla minaccia rappresentata dal regime di Bagdad da un altro lato, emerge un'evidenza accecante: in Iraq e per l'Iraq, cosi come per l'insieme del Medio Oriente ed del mondo intero, la vera e duratura alternativa, oggi, non è "la guerra o la pace", ma "la guerra o la libertà, il diritto, la democrazia e la pace.

Ci rivolgiamo quindi alla Comunità internazionale, alle Nazioni Unite in primo luogo, perché facciano proprie, immediatamente, le affermazioni secondo cui l'esilio del dittatore Saddam Hussein cancellerebbe, per gli Stati Uniti stessi, la necessità della guerra, costituendo il punto di partenza per una soluzione politica della questione irachena.

Chiediamo al Consiglio di Sicurezza che decida da subito - partendo dal presupposto dell'uscita di scena di Saddam e sulla base dei poteri conferitigli dalla Carta dell'ONU - di porre l'Iraq sotto un regime di Amministrazione fiduciaria internazionale (un governo democratico), affidando ad un uomo di stato di altissimo livello il compito di predisporre, entro un termine di due anni, le condizioni di un pieno esercizio dei diritti e delle libertà per l'insieme degli iracheni, donne ed uomini, come esige la Carta dei Diritti fondamentali delle Nazioni Unite.

Lanciamo un appello alle donne e agli uomini di buona volontà perché si organizzino e si mobilitino d'urgenza, in tutto il mondo, perché questa semplice verità, vecchia come la democrazia e la libertà, trionfi ! Perché la libertà, il diritto, la democrazia e la pace vincano sulla dittatura e sulla guerra!».

Pubblicato il: 07/03/2003

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