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Quel vasetto voleva creare panico

È un' ipotesi che troverebbe conferma nel modo, non casuale, in cui era confezionato il pacchetto...

foto di copertina

ORVIETO - Non è stato abbandonato a caso il vasetto di sottolio che sabato mattina ha richiesto l'intervento degli artificieri in pieno centro per l'ennesimo falso allarme bomba. Ne sono convinti al commissariato di piazza Cahen dove si cerca una pista che aiuti a stabilire un collegamento tra il gesto e l'articolo sugli ogm tratto dalle pagine del mensile "Il Messaggero di Sant'Antonio" ritrovate all'interno.  Che la volontà fosse quella di creare il panico (si indaga per procurato allarme) è un' ipotesi che troverebbe conferma - secondo la polizia - nel modo, non casuale, in cui era confezionato il pacchetto (il che escluderebbe l'ipotesi di una banale dimenticanza). Un involucro di carta paglierina che lasciava intravedere il contenitore alimentare e la carta a contatto con la capsula metallica che poteva indurre a più di un sospetto per la fattura del tutto simile agli ordigni inglesi dei più recenti fatti di cronaca. Una carta che secondo gli inquirenti doveva lanciare un messaggio preciso per essere strettamente legata al dibattito caldo sugli organismi geneticamente modificati, patinata e dunque leggibile in quanto non intrisa di olio e da esso, tra l'altro, scostata, e non a caso contenuta all'interno di un vasetto alimentare. Tutto potrebbe aver più senso una volta che gli inquirenti entreranno in possesso degli esiti delle analisi che il gabinetto provinciale della polizia scientifica effettuerà sul contenitore. Quanto al pacco bomba di via Angelo da Orvieto dello scorso due marzo i risultati ufficiali della Scientifica non sono stati ancora comunicati. Anche se da alcune indiscrezioni trapelate pare che l'ordigno sia risultato compatibile con quelli esplosi nei recenti attentati di Genova e Milano.

Pubblicato il: 02/08/2005

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