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Rubano a Ferrara e dividono il bottino ad Orvieto

Nell'ambito dell'indagine altre tre persone sono indagate per favoreggiamento e ricettazione tra Ferrara e Orvieto

Un bravo ragazzo e impiegato modello, ma, per gli investigatori di Ferrara, un basista per una rapina. Alessandro Fozzato, 32 anni, detto 'Alè è stato arrestato con l'accusa di rapina aggravata e sequestro di persona, per il colpo, il 18 luglio, all'agenzia Sifer, la società di riscossione tributi di Ferrara dove lavorava. Una rapina che fruttò 50.000 euro, e di cui è ora accusato anche un 'amicò dell'impiegato, Gianluca Caproni, 33 anni, detto 'Jack'. Li ha arrestati la squadra mobile della questura, nell'ambito di una indagine coordinata dalla Procura, su ordine del gip Rocco Criscuolo che ha accolto le richieste degli inquirenti. Per individuare i due rapinatori il pm Nicola Proto e il dirigente della squadra mobile Pietro Scroccarello erano partiti da un'intuizione. Il giorno della rapina, avevano scoperto gli accertamenti della polizia, alcune telecamere del sistema di sicurezza della Sifer non avevano funzionato, solo però quelle nella zona dell'ingresso posteriore dell'agenzia, da dove erano appunto entrati i rapinatori, che avevano colto proprio Fozzato (impiegato nella agenzia come cassiere) mentre stava uscendo per la pausa pranzo. Le indagini avevano scoperto che le telecamere erano state manomesse alcuni giorni prima del colpo e così gli investigatori avevano ipotizzato la complicità di un basista. Così erano state subito messe sotto controllo le vite private dei cassieri, monitorando anche le loro telefonate. Grazie a questi controlli la polizia aveva scoperto che Fozzato aveva contatti con Caproni, un pregiudicato conosciuto in città. Inoltre, proprio il 18 luglio, giorno della rapina, a mezzanotte (mentre nei giorni immediatamente precedenti non vi erano stati contatti) era stata registrata una telefonata tra Fozzato e Caproni. L'attenzione degli inquirenti si era così concentrata su Fozzato, che venerdì 22 luglio era partito da Ferrara per recarsi nell'Orvietano, in un agriturismo, dove ha alloggiato assieme a Caproni e alcuni amici ferraresi. Qui il gruppo aveva festeggiato a base di cocaina, vino e in compagnia di alcune ragazze. I due sospettati non hanno saputo rinunciare a noleggiare motocicletta (una passione, quella per le moto, comune ad entrambi) sperperando così in un weekend quasi 4.000 euro. Il conto alla fine era stato saldato da Caproni. Le indagini hanno poi accertato che proprio ad Orvieto c'era stata la divisione del bottino. Una parte era anche stata consegnata a una ragazza di Orvieto, che lo aveva depositato su un libretto in una banca della città. Per trovare prove della colpevolezza dei due sono state messe a segno una serie di perquisizioni a Ferrara, a Orvieto e in provincia di Terni. Ad incastrare i due però è stato un trucco investigativo: grazie ad una falsa notizia pubblicata sui giornali, Caproni è stato incastrato dalle sue stesse dichiarazioni fatte al telefono mentre era intercettato, mentre Fozzato è stato arrestato per gli indizi raccolti. Dopo l' arresto è arrivata la confessione e il recupero parziale del bottino, 38.000 euro. Lo stesso Fozzato ha fatto ritrovare la sua parte, nascosta in casa dalla nonna. Fozzato, che lavora da due anni alla Sifer, ed era ritenuto un impiegato modello, avrebbe riferito agli inquirenti di aver organizzato la rapina per aiutare un amico in difficoltà. Ma gli investigatori ritengono che abbia ideato il colpo, e che poi abbia chiesto l'aiuto a Caproni. Nell'ambito dell'indagine altre tre persone sono indagate per favoreggiamento e ricettazione tra Ferrara e Orvieto.

Pubblicato il: 02/08/2005

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