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Usura, il cerchio si stringe

Accertamenti a raffica su assegni e fatture, attesi risvolti. Proseguono le indagini delle Fiamme Gialle dopo l'arresto del pregiudicato campano: presto un nuovo interrogatorio...

di Stefania Tomba

ORVIETO – Indagini antiusura, prime svolte. Sarebbero attesi già a partire dalla prossima settimana significativi risvolti - dopo l’arresto del pregiudicato trentacinquenne di Torre Annunziata dei primi di luglio - nell’ambito dell’inchiesta aperta da qualche mese dalla guardia di finanza in stretta collaborazione con la Procura della Repubblica di Orvieto. Gli inquirenti, nel lasso di qualche giorno, dovrebbero essere già in grado di tirare le prime somme dalle verifiche e dagli interrogatori portati avanti a ritmo serrato nell’arco del mese. Il materiale sequestrato è finito sotto la lente della Procura a seguito dell’arresto del trentacinquenne napoletano che si trovava sulla Rupe dai tempi della scarcerazione da via Roma di qualche anno fa. Assegni, fatture, cellulari dal cui attento esame è stato possibile risalire ad una ragnatela di contatti che ora starebbe iniziando ad avere un senso per gli inquirenti. E sul fronte delle indagini si potrebbero a breve intravedere le prime schiarite se non addirittura arrivare ai primi provvedimenti. Il riserbo tuttavia è massimo. "Presto chiederemo un nuovo interrogatorio - si limitano ad annunciare i legali dell'arrestato, Manlio Morcella e Anna Picciolini - per chiarire ulteriormente l posizione del nostro cliente".

E il mistero resta fitto, intanto, anche sul rogo di domenica - sempre più strettamente connesso alle indagini - alla panetteria di via Beato Angelico. Al punto che la Procura non escluderebbe completamente l’ipotesi che il fuoco appiccato, probabilmente con della benzina, possa rivelarsi anche una simulazione di reato. È una delle ipotesi nel calderone di quelle al vaglio. I risultati dei carabinieri del Ris, attesi tra qualche settimana, daranno molti più elementi per vagliare concretamente quelle che al momento restano soltanto delle supposizioni. Intanto il convincimento più diffuso è quello che l’arrestato - M.S. le sue iniziali, piuttosto conosciuto e ben inserito in città – nell’ambito dell’attività illecita del prestito dei soldi a strozzo abbia svolto un ruolo fondamentalmente di “esattore” – come riscontrato dalle intercettazioni telefoniche e ambientali - mentre il denaro sarebbe stato messo in circolo a partire da altri canali. Da ricercare probabilmente in una rete di contatti legati al territorio (recentemente l’indagine si era spostata sull’asse Orvieto e il vicino Viterbese) ma probabilmente anche agli ambienti campani. Anche perché per alcuni personaggi della vicenda si profilerebbero contatti proprio con la criminalità organizzata. Ed è per questo che l’inchiesta si sta allargando e ha visto già il coinvolgimento di varie procure d’Italia. Continuano a non spuntare ufficialmente altre vittime (una soltanto quella accertata) del giro dell’usura.

Pubblicato il: 29/07/2005

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