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Escalation della criminalità sulla Rupe. È allarme?

Intervengono i rappresentanti dei commercianti Santi e Gulino ed il vice sindaco Carpinelli

ORVIETO - Dalla bomba di via Angelo da Orvieto al ritorno dell'usura e addirittura l'ombra del racket dietro il rogo della panetteria: la cronaca degli ultimi quattro mesi sulla Rupe segna un'escalation criminale che la città non ha mai conosciuto in passato. E sulla quale adesso sono puntati gli occhi della collettività. "Segnali preoccupanti da tenere sotto controllo" afferma il presidente di Confesercenti, Sandro Gulino. "Un sondaggio condotto dall'associazione che risale a un paio di anni fa - spiega - indicava dei sintomi di alcune situazioni d'allarme che emergevano a livello regionale, ma l'Orvietano non ne era neanche sfiorato. Ora sento di poter dire che c'è da stare con gli occhi aperti". Alzare la guardia è la parola d'ordine anche della locale Confcommercio. "I dubbi suscitati dal recente episodio dell'incendio di un esercizio commerciale nel cuore del centro storico e le ombre che permangono su presunti casi di usura che possono aver attecchito anche nella nostra città - afferma il presidente, Giuseppe Santi - testimoniano come anche Orvieto non sia più un'isola felice". "Occorre alzare la guardia insieme - prosegue Santi - istituzioni e forze dell'ordine per un maggiore controllo dei circuiti economici, gli imprenditori per una maggiore collaborazione e dialogo con chi è chiamato a tutelarli". "Certo è - conclude - che in questo momento di recessione e quindi di particolare crisi finanziaria per molte aziende dei nostri settori, le stesse sono più vulnerabili rispetto ai canti delle sirene di chi offre soldi facili da prendere inizialmente ma poi molto difficili da restituire. Prima di rivolgersi a pseudo finanziarie o allo strozzino della porta accanto, esorto i miei colleghi in difficoltà a contattare le strutture di assistenza finanziaria di cui anche Confcommercio dispone". È un invito a non sopravalutare l'allarme quello che giunge, invece, dall'amministrazione. "Credo che si tratti di episodi isolati - afferma il vicesindaco, Carlo Carpinelli - rispetto ai quali il nostro tessuto sociale, fatto di partecipazione della collettività alla vita quotidiana, è ancora in grado di tenere. Poi è indubbio che l'estrema mobilità della società in cui viviamo espone Orvieto, come qualsiasi altra città, al rischio di "inquinamenti" provenienti dall'esterno e, dunque, ad episodi che sono certamente preoccupanti ma che, finchè c'è un tessuto sociale come il nostro a funzionare da deterrente, possono essere controllati e ridimensionati". Stessa cosa per quel che riguarda l'usura. "Non credo che si tratti di un fatto diffuso anche perché è la situazione economica del territorio a non favorire particolarmente l'usura. Credo piuttosto al verificarsi, negli anni, di casi circoscritti e in contesti particolari". "Certamente - conclude il vicesindaco - a ogni istituzione spetta essere vigile e non dare alcun appiglio al proliferare di un humus in cui possano attecchire simili comportamenti. Comportamenti isolati ai cui la nostra realtà è in grado di reagire".

Pubblicato il: 27/07/2005

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