Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Rogo, spunta un biglietto intimidatorio

Il titolare della panetteria l'aveva trovato 15 giorni fa sotto la saracinesca del negozio. L'ombra della criminalità organizzata sull'incendio di domenica, prende quota il collegamento con l'indagine sui soldi a strozzo...

di Stefania Tomba

ORVIETO - Aveva ricevuto minacce soltanto una quindicina di giorni fa. Questa la sconcertante novità nelle indagini sul rogo che domenica pomeriggio ha semidistrutto il laboratorio di un forno di specialità napoletane in pieno centro storico. Un biglietto lasciato sotto la saracinesca del negozio di via Beato Angelico e che il titolare avrebbe trovato di buon mattino mentre si recava al lavoro. Un biglietto il cui contenuto non avrebbe lasciato spazio ad alcun dubbio circa la chiara matrice intimidatoria. E così ora l'ipotesi che il dolo sia in realtà alla base dell'incidente di domenica si fa sempre più corposa insieme a quella che dietro il biglietto di minaccia e dietro l'incendio si nasconda la stessa mano. Una mano probabilmente da ricollegarsi a doppio filo proprio a personaggi che ruoterebbero attorno all'indagine antiusura delle fiamme gialle che, i primi del mese, portarono all'arresto di un pregiudicato campano di trentacinque anni, il cui effettivo ruolo adesso sarebbe tutto da vagliare. Compito degli inquirenti che sul caso lavorano in maniera febbrile da mesi. Intanto ieri sono tornati sul luogo dell'incendio: l'odore acre della plastica bruciata non se ne va insieme allo sgomento dei residenti della zona e quello di moglie e marito titolari da qualche anno dell'attività che resta adesso sotto sequestro. Sotto il coordinamento costante della Procura nel pomeriggio sono stati portati a termine i rilievi di polizia scientifica da parte dei carabinieri. Molto materiale tra quello scampato al rogo verrà esaminato nella speranza di individuare una traccia che indirizzi più chiaramente le indagini. Indagini che, al momento, si concentrerebbero su un giro di estorsione ed usura a cui non è escluso che possano essere collegati anche personaggi della criminalità organizzata. Quella stessa criminalità organizzata contro la quale, anni addietro, il titolare dell'attività, campano e da poco trasferitosi sulla Rupe, avrebbe giocato personalmente un ruolo. E ora sarebbe, dunque, tornato nel mirino delle minacce in un clima di vendette trasversali. La sensazione è che a questo punto ci sia da allargare il cerchio delle indagini. Non a caso proseguono senza sosta le raffiche di verifiche economiche e finanziarie, l'esame delle intercettazioni telefoniche e gli interrogatori, al fine di far saltar fuori altri nomi dell'indagine antiusura della finanza. Tutto a partire dalla prima vittima accertata che, in qualche mese, ha consentito il sequestro di 800 euro in contanti oltre che di assegni bancari e telefonini e l'arresto del pregiudicato campano. Questo al momento quanto emerso ufficialmente dalla sofisticata attività di indagine condotta dalla tenenza sotto il costante coordinamento del pm, Anna Lisa Giusti. Il quadro che si starebbe delineando spinge gli inquirenti ad aprire a tutto campo i confini dell'inchiesta nella convinzione che dovrebbero spuntare nuove vittime del giro dello strozzinaggio e anche nuovi colpevoli: gli anelli, presumibilmente, più grossi dell'organizzazione che, come si ipotizza, vedeva l'arrestato nel ruolo di "esattore". E questo anche alla luce dei fatti di domenica, rispetto ai quali, se fosse ufficialmente riconosciuta dagli investigatori la pista dolosa, si aprirebbero scenari inquietanti.

 

Pubblicato il: 26/07/2005

Torna alle notizie...