Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Cresce l'occupazione in Umbia. Ma per le donne è difficile

I dati positivi del 2004 confermati dal trend dei primi tre mesi del 2005

foto di copertina

Nel 2004 è cresciuta l'occupazione in Umbria e i dati positivi sono confermati dai prime tre mesi del 2005. Permane però il problema della difficoltà di inserimento delle donne nel mondo del lavoro umbro.

Nel 2004 l'occupazione in Umbria è cresciuta. Si è registrato un incremento di quella stabile ma è aumentata anche la velocità di rotazione dei contratti a termine. Diminuita la disoccupazione, ma permangono le difficoltà di inserimento delle donne nel mondo del lavoro. Sono questi, insieme alla sempre maggiore presenza di lavoratori immigrati conseguenza delle recenti regolarizzazioni, i dati di rilievo che emergono dal IV Rapporto sul mercato del lavoro elaborato dall'Agenzia Umbria Lavoro (Aul). Il lavoro è stato presentato a Perugia il 19 luglio scorso e nel corso di un convegno a cui hanno partecipato  l'assessore regionale alle politiche attive del lavoro, Maria Prodi, il direttore dell'Aul, Domenico De Salvo, il responsabile dell'Osservatorio del Mercato del lavoro, Paolo Sereni ed il docente di economia dell'Università di Reggio Emilia, Michele Bruni.
 Dopo la "breve e modesta fase di crisi" del biennio 2002-2003 -ha spiegato Sereni dell' "Aul" - l'occupazione umbra registra nel 2004 un incremento del 2,8 per cento rispetto all'anno precedente (da 330 mila a 340 mila unità), una variazione superiore alla media delle regioni del centro (2,5%) e quattro volte più alta di quella di quella nazionale, seconda soltanto al Lazio (4,3%). 

La crescita occupazionale è stata generata prevalentemente dal lavoro autonomo che ha raggiunto il massimo storico di 102 mila unità. A beneficiarne è stata quindi la componente maschile che è prevalente in questo settore. Questo dato - spiegano gli autori della ricerca - segna una differenza con il passato: nella seconda metà degli anni '90 la crescita aveva infatti premiato le donne cui erano andati 29 mila dei 34 mila posti di lavoro creati tra il 1995 e il 2001. Ma la contrazione occupazionale del biennio 2002-2003 ha penalizzato soprattutto le donne che occupavano 6 mila degli 8 mila posti di lavoro persi in quegli anni e in minima parte recuperati nel 2004, anche se dall'Aul segnalano come dato positivo che l'incidenza dell'occupazione femminile pur essendo scesa dal massimo del 2001 (43,6%) al 41,9 per cento del 2004 è ancora superiore a quella delle regioni del centro e anche del nord. Dei 340 mila occupati umbri gli uomini sono 197 mila e le donne 143 mila.
Il settore che ha generato la crescita occupazionale del 2004 è il terziario che raggiunge le 221 mila unità con un incremento del 5,9 per cento, il più forte dell'ultimo decennio. E se negli anni precedenti questo settore ha comportato una crescente femminilizzazione dell'occupazione, nel 2004 ha premiato soprattutto la componente maschile. Persi nell'industria 3 mila posti di cui la maggior parte ricoperti da manodopera  femminile e rimane stabile il saldo nel comparto agricolo. Nel settore terziario è ormai occupato il 65 per cento dei lavoratori, mentre il 31,2 opera in quello industriale (8,2 nelle costruzioni e 23 nell'industria in senso stretto) ed il 3,8 in agricoltura.

Per quanto riguarda le qualifiche, anche nel 2004 la domanda si concentra per il 50,9 per cento su professioni non qualificate, seguono le professioni qualificate nel commercio e nei servizi (19,6%), e quelle nell'artigianato ed operaie specializzate in agricoltura (9,5%), le professioni tecniche (8,8%), i conduttori d'impianti ed operai semi qualificati addetti a macchine fisse e mobili e gli impiegati (entrambi con il 4,7%). All'ultimo posto ci sono le professioni che, di norma, richiedono la laurea, con un peso di gran lunga inferiore a quello degli avviati con questo titolo di studio (1,7%). Ciò implica che molti laureati trovano lavoro in professioni che non richiedono la laurea, di conseguenza i laureati non solo incontrano notevoli difficoltà per trovare una occupazione, ma permangono a lungo nello stato di disoccupazione, con un consistente sottoutilizzo delle competenze. 
I disoccupati umbri sono 21 mila, 13 mila donne e 8 mila uomini. La disoccupazione colpisce quindi soprattutto le donne che rappresentano il 62,5 per cento del totale, con un tasso di disoccupazione che è dell'8,3 per cento, contro il 3,6 dei maschi.

Pubblicato il: 25/07/2005

Torna alle notizie...