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Abusi sulle figlie: testimonianze inaffidabili e non coincidenza con le perizie

Questa la motivazione della sentenza di assoluzione , depositata in questi giorni, del commerciante orvietano accusato dalla moglie di abuso sulle figlie...

ORVIETO - È stata l'inaffidabilità delle testimonianze e la non coincidenza con i risultati delle perizie a far scagionare il 50enne commerciante orvietano dall'accusa di abusi sessuali sulle figlie minorenni. Su questi due aspetti in particolare punta la motivazione della sentenza (il dispositivo è dello scorso 22 maggio) depositata in questi giorni, dal collegio composto dai giudici Ianigro, Vito e Bonato presso la cancelleria penale del tribunale di Orvieto. Non credibili e contraddittorie rispetto alle perizie mediche effettuate, sarebbero state, dunque, tanto le dichirazioni rese da una delle piccole, quanto quelle della madre e di una governante. Al termine di tre anni e nove mesi di processo, insomma, avrebbe avuto la meglio, il sospetto, da sempre avanzato dalla difesa del commerciante - sostenuta dai legali Manlio Morcella e Guglielmo Santarelli - che alla base delle accuse rivolte dalla moglie al marito non ci fossero altro che i motivi di profondo dissidio esistenti tra i coniugi. Il pubblico ministero, Calogero Ferrotti adesso valuterà le prossime mosse, anche se la tenacia con cui la Procura ha sostenuto le accuse in questi anni lascia immaginare che il ricorso in appello sia da considerarsi scontato.  

Pubblicato il: 24/07/2005

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