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Usura, l'ombra dell'organizzazione

Inquirenti al lavoro serrato dopo l'arresto del 35enne campano sorpreso a riscuotere 800 euro da un commerciante. L'arrestato potrebbe essere 'solo' l'esattore. Raffica di interrogatori.

ORVIETO – Prosegue senza sosta la raffica di verifiche bancarie e interrogatori avviati dalla procura, in collaborazione con le fiamme gialle di Orvieto, già dall’indomani dell’arresto, una quindicina di giorni fa, del trentacinquenne campano finito nell’indagine antiusura dei militari diretti dal tenente, Aniello De Vita. Una vittima accertata - probabilmente un commerciante - una sfilza di intercettazioni video e audio, il sequestro di 800 euro in contanti, di assegni bancari e telefonini. Questo al momento quanto emerso ufficialmente dalla sofisticata attività di indagine condotta dalla tenenza sotto il costante coordinamento del pm, Anna Lisa Giusti. A salire in procura ora sono tutti quei contatti che emergerebbero chiaramente dall’attività investigativa: molte persone legate all’arrestato da rapporti economici risultanti, ad esempio, dalle matrici degli assegni sequestrati. Questo al fine di chiarire meglio i relativi rapporti e risalire ad eventuali altri soggetti usurati o implicati attivamente nel circuito illecito. Tra le piste seguite dagli inquirenti si starebbe, infatti, facendo largo anche quella secondo la quale l’arrestato – le iniziali S.M., pregiudicato – potrebbe anche aver svolto unicamente un ruolo di “esattore” e, dunque, non essere altro che l’ultimo anello della catena dello “strozzo”. È una delle direzioni – non la sola – verso cui si starebbero rivolgendo le indagini. Il sospetto insomma – anche valutate le condizioni economiche dell’uomo – è che potrebbe aver lavorato per altri. In questo senso la collaborazione dell’arrestato potrebbe rivelarsi determinante ai fini delle indagini che entrano adesso in una fase assolutamente delicata, sui cui risvolti vige il più stretto riserbo. La vicenda riporta a galla la piaga “carsica” dell’usura che, tenuta sotto silenzio dal timore e dalle minacce, vive sotterranea per anni, fintanto che riemerge improvvisamente in un’indagine o in un fatto di cronaca. Una vicenda, adesso, che riapre ferite aperte nella storia orvietana come quella del suicidio dei coniugi Gaddi che nei primi anni Novanta sconvolse la Rupe. E ora il sospetto che dietro il pregiudicato campano - agli arresti in via Roma da due settimane - possa esserci un organizzazione con radici ben più profonde di quelle appurate fin qui potrebbe far risolvere gli inquirenti anche a riaprire proprio quei vecchi fascicoli. 

Pubblicato il: 22/07/2005

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