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Colf e badanti sfruttate, ennesimo rinvio

Non si concluderà prima dell'autunno il procedimento penale contro N.B., la quarantacinquenne bielorussa alla sbarra dal giugno dello scorso anno con l'accusa di sfruttamento dell'immigrazione clandestina...

ORVIETO - Non si concluderà prima dell'autunno il procedimento penale contro N.B., la quarantacinquenne bielorussa alla sbarra dal giugno dello scorso anno con l'accusa di sfruttamento dell'immigrazione clandestina. L'udienza fissata per ieri mattina in aula per l'audizione dell'ultima teste è slittata per l'assenza del traduttore. La donna - attualmente in carcere a Civitavecchia per un successiva operazione dei carabinieri che la vedrebbe al centro di una vicenda di estorsione -  era finita nel mirino del commissariato nel febbraio del 2002.

Si trattava di un'operazione mirata contro l'immigrazione clandestina e il lavoro nero che aveva condotto, allora, all'espulsione di tredici donne ucraine e di un cittadino polacco. La maggior parte delle clandestine erano impiegate a nero come colf o assistenti agli anziani. Fu nelle numerose testimonianze raccolte in quei giorni dal commissariato, diretto allora da Elisa Cozza, che emerse l'ombra della bionda bielorussa. Era lei, secondo decine di testi, a collocare numerose cittadine dell'Est sul mercato del lavoro nero locale, pretendendo anche in qualche caso parte, quando non l'intero, degli stipendi. La difesa è sostenuta dall'avvocato Guido Turreni che parla invece, anche in riferimento alle testimonianze ascoltate in aula, non di estorsioni ma di cifre versate a titolo di solidarietà.

Pubblicato il: 09/07/2005

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