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Bombe, ora la bonifica

Dopo la sentenza del tribunale sulla querelle dei costi di disinnesco, il responsabile della Prociv rilancia il progetto. Santelli: 'Serve un'organica mappatura delle aree a rischio'

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ORVIETO - E adesso via alla mappatura. Dopo la sentenza del tribunale di Perugia dello scorso 29 giugno che assegna alla presidenza del consiglio dei ministri il pagamento degli oneri relativi il brillamento dell'ordigno bellico ritrovato nel luglio del '99 lungo il fiume Paglia nel territorio del Comune di Castelviscardo, si apre concretamente l'opportunità per partire con un progetto radicale e definitivo di bonifica di tutto il territorio.

E' quanto sostiene il responsabile della protezione civile del Comune di Orvieto, Giuliano Santelli. "Ora - commenta Santelli - ci aspettiamo che anche sulle altre vertenze aperte si assuma da parte degli enti preposti lo stesso orientamento. Resta, tuttavia, aperta la questione di una vera legislazione di supporto che individui ruoli, funzioni e responsabilità amministrative e finanziarie sul tema. Il vero problema, come sostenne a suo tempo Franco Barberi, allora sottosegretario alla protezione civile, resta quello non tanto del brillamento degli ordigni rinvenuti, in gran parte casualmente e spesso con grossi rischi, ma quello di un'organica mappatura e bonifica delle aree che nel secondo conflitto mondiale furono sottoposte a bombardamenti a tappeto".

"Ciò è possibile, come dimostrato da un progetto pilota dell'Itc Irst del Trentino che, sulla base di appositi software - aggiunge Santelli - sfrutta, le informazioni e le foto pervenute, a partire dagli anni Novanta, dagli archivi militari statunitensi riguardanti le operazioni lungo tutto il territorio nazionale. Il piano ha l'obiettivo di sviluppare una mappa del rischio potenziale 'georeferenziato' in funzione delle bombe effettivamente lanciate e differenziate per tipo di esplosivo e spolettatura. Inoltre, punta a determinare possibili aree di impatto delle bombe inesplose per evitare il rischio di ritrovamento casuale".

"Questi aspetti, come altri, relativi ai concetti di previsione e prevenzione e supportati da un'apposita legislazione con copertura finanziaria - conclude Santelli - darebbero la possibilità di iniziare una vera e propria campagna di rilevamento e rimozione degli ordigni inesplosi ancora presenti a migliaia nel nostro territorio. Sono infatti oltre 3 mila gli interventi che ogni anno impegnano gli artificieri nelle operazioni di rimozione e brillamento. Come si desume da questi dati, esiste poi un problema economico non secondario relativo ai costi 'indiretti' evacuazione delle persone, chiusura delle autostrade, interruzione del traffico ferroviario e così via".

Pubblicato il: 08/07/2005

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