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Fronte della fame, è uscito il novo libro di Santina Muzi

Il libro è uno spaccato di vita quotidiana nella campagna orvietana dagli anni quaranta agli anni Sessanta....

Bello e interessante, il libro di Santina Muzi "FRONTE DELLA FAME".

L'editore Marcello Baraghini ci ha creduto fin dall'inizio e lo ha pubblicato nella collana "Strade bianche della scrittura" di Nuovi Equilibri-Stampa Alternativa.

Il libro è uno spaccato di vita quotidiana nella campagna orvietana dagli anni quaranta agli anni Sessanta.

Protagonista una bambina, figlia di mezzadri, che si trova a vivere il passaggio del fronte, l'esodo dalle campagne, la fame, il freddo, la povertà, l'emarginazione. Ma anche la solidarietà.

Gli eventi si snodano uno dopo l'altro, specchio della storia nazionale.

Come sempre, gli uomini partono per la guerra.

Non ci sono più le Crociate e quelli che s'imbarcano per le Terre sul Basso Adriatico non vanno a liberare il Santo Sepolcro. Sono uomini strappati alla terra, che preferirebbero restare nei loro poderi ad attendere il raccolto ed i figli che verranno.

Il re e la regina sono come i Santi sull'altarino della cucina, lontani dai problemi della gente.

Il contadino diventa attendente di un ufficiale e finisce in cavalleria a lustrare stivali e cavalli.

Passa, il fronte. Sull'aia e sulla piazza del podere è un andirivieni di divise, di accampamenti. Un susseguirsi di timori e ansie. Le donne tengono duro e insieme ai ragazzi conducono i poderi, sempre più devastati dalle bombe degli alleati.

Passa il fronte. Passa. Tornano i reduci. Ma del giovane contadino spedito in prima linea non si ha alcuna notizia. Passano i mesi. Continuano i lavori. La moglie lo aspetta e lo cerca. Infine pensa che dovrà vestirsi a lutto. Finché una sera arriva, il suo uomo. E' una sera strana. C'è una vacca che deve partorire. E' caldo. I bambini dormono sull'erba nello spiazzo in cima ai cretoni. Sul campo di grano sibila il vento. Ed ecco che nell'oscurità la Dora comincia a guaire. Uno dei ragazzi imbraccia il moschetto. E' pronto a sparare.

E' il cane che riporta a casa il padrone.

La vita continua, arriva il referendum. Le donne si affollano per dare il voto, il primo nella loro storia. La bambina cresce lontana da casa, dove ha la possibilità di studiare.

Intanto la campagna si trasforma. Le donne vanno a lavorare in fabbrica, per lo più alla SOLET, il tabacchificio costruito appositamente per arginare la disoccupazione creata dall'esodo. Si apre uno spiraglio anche per gli uomini con i cantieri della diga di Corbara e dell'autostrada del Sole. Diventano manovali, muratori, carpentieri.

Inizia per tutti una vita nuova.

-Ci sono un'infinità di studi sulle varie famiglie nobili del territorio, sui generali e sulle imprese guerresche.- dice l'autrice, la giornalista Santina Muzi. -Ma la storia è anche fatta di piccoli eroi, soldati sconosciuti, donne che lottano nella quotidianità. Essi pure sono protagonisti della storia. Sono i più e con il loro anonimato permettono ai grandi di comparire. Un po' come disse l'ingegner Fanti nel corso dell'inaugurazione del nuovo ponte sul Paglia, il 14 dicembre del '46. "Gli ingegneri sarebbero nulla senza gli operai" (e viceversa). Almeno una volta, mi è sembrato giusto evidenziarlo.

Pubblicato il: 04/07/2005

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