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Vita da pendolari. Com'è bella l'avventura! Racconti e riflessioni di Enrico Patrizi

Stazione di Orvieto, ore 07,33: si parte, come tutte le mattine. Il tempo è bello, il treno è in perfetto orario; di conseguenza, l'umore dei viaggiatori, fra cui centinaia di pendolari, è buono. Ci piazziamo nella terzultima carrozza con l'usuale corredo di borse, borsette, giornali..
Ci fanno compagnia le nostre abitudini: lettura dei quotidiani, discussioni, battute, sfottò. Gli argomenti privilegiati sono la politica, lo sport, i problemi di tutti i giorni (seri di questi tempi, poiché quasi tutti "teniamo famiglia"). Che bello spaccato di ordinaria normalità!
Ad un tratto, diciamo a metà strada fra Orvieto ed Orte, una forte "puzza" (sì, chiamiamola così) si propaga per tutta la carrozza. Non ci vuole molto a capire che si tratta di ferodi che bruciano, e noi, da esperti pendolari, lo abbiamo capito subito. Poi dice che a viaggiare con Trenitalia non è istruttivo! In effetti, abbiamo imparato a riconoscere subito la "puzza" di cui sopra, poiché tutte le mattine, in avvicinamento alla stazione di Settebagni, dopo l'uscita dalla serie di gallerie, il treno effettua un'energica frenata, angustiando il nostro naso e soprattutto immettendo per qualche minuto nei nostri polmoni non sappiamo quale tipo di veleno. Ciò avviene metodicamente e, comunque, sia all'andata che al ritorno, ogni qual volta il treno debba rallentare o fermarsi. Noi riteniamo che a lungo andare tale inconveniente procuri seri danni alla salute e siamo fermamente intenzionati a vederci chiaro, interessando chi di dovere per gli opportuni accertamenti igienico-sanitari.
Ma veniamo al caso contingente: al primo passaggio, un frettoloso conduttore, al quale diciamo che sarebbe opportuno fermare il treno, non ci risponde; egli è tutto impegnato in un improbabile contatto di telefonia mobile. Intanto il convoglio va e la "puzza" aumenta. Paventiamo l'ingresso sotto la lunga galleria di Orte, cosa che avviene regolarmente, con nostro grande disappunto e con malcelati, giustificati timori. Riusciamo a venirne fuori ed, esasperati, gridiamo al conduttore che siamo disposti a tirare il freno a mano, ricevendone per tutta risposta che ce ne dovremmo assumere la responsabilità.
Riflessione: e la responsabilità di un eventuale intervento tardivo a chi andrebbe accollata?
..All'esterno si sprigionano vari focolai di fumo ben visibili dai finestrini; l'aria diventa sempre più irrespirabile e, finalmente, il treno si ferma. Defluiamo verso le prime carrozze, una volta constatato che il fumo esce dagli assi di almeno un paio delle stesse di coda.
La sosta non è particolarmente lunga. Il treno riparte ed arriva a Roma Termini "regolarmente", cioè con il quasi abituale ritardo.
Fine della cronaca; pensierini:
1. quanto narrato è solamente l'ultimo degli inconvenienti, ma non è il primo di questa natura;
2. il viaggiatore non può porre il problema della sicurezza, altrimenti gli viene risposto che se non si sente sicuro a viaggiare con il treno può prendere il pullman;
3. non vi è possibilità di comunicazione tra il personale della controlleria ed il macchinista, qualora non si possa stabilire un contatto telefonico. Incredibile!
Può succedere qualsiasi cosa sul treno senza che il macchinista, che ne ha i comandi, ne venga a conoscenza. Tutto questo nel terzo millennio;
4. l'igiene sui treni è un optional, così come l'orario e, talora, la cortesia del personale di bordo.
Fine dei pensierini; domande:
 perché un viaggiatore non in regola con il titolo di viaggio è sottoposto a sanzioni pecuniarie, da ultimo fortemente inasprite, mentre se i treni fanno ritardo (quasi sempre), con conseguenze negative di varia natura (sul lavoro, sugli affari, sul sistema nervoso, etc), Trenitalia non ne risponde?
 Perché sono tanto frequenti le interruzioni in linea o le rotture sui convogli? Forse si risparmia sulla manutenzione a scapito della sicurezza e, comunque, della qualità del servizio?
 Perché i treni sono sporchi?
 Perché gli orari non vengono rispettati?
 Perché i ritardi vengono annunciati a rate e se ne da la causa a generici motivi tecnici?
 Perché non viene impedito l'ingresso sui treni ai vari elemosinieri e venditori abusivi?
 Perché il personale di Trenitalia, sia viaggiante che in stazione, non ha coscienza che il viaggiatore è un cliente?
 Perché alla fine del viaggio Trenitalia ci ringrazia per aver scelto di viaggiare con i suoi treni? C'è forse possibilità di fare scelte diverse? O forse è proprio la consapevolezza di agire in regime di monopolio a creare tanto disservizio?
 Perché le esigenze dei pendolari, che attraverso i loro abbonamenti assicurano a Trenitalia entrate certe, consistenti e programmabili, non sono tenute nella dovuta considerazione?
 Perché, perché, perché?
Conclusioni:
noi viaggiatori pendolari non siamo disposti a tollerare oltre questa situazione e siamo decisi ad intraprendere incisive azioni a sostegno delle nostre legittime esigenze e della qualità di un servizio che tenga conto di adeguati standard di sicurezza, di igiene e di affidabilità.
Interesseremo in maniera pressante le Istituzioni locali ed i nostri parlamentari e, inoltre, coinvolgeremo la ASL o chi per lei per le verifiche di natura igienico-sanitaria. Infine, stiamo valutando l'opportunità di una forte azione di protesta, già a partire dal prossimo mese di luglio.
Enrico Patrizi

Pubblicato il: 25/06/2005

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