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Bufera sul segretario Ds

Dopo le accuse di Capoccia, la replica di Rpo e Comune. Terremoto nella politica orvietana, la giunta Mocio e Barbabella: niente ingerenze...

di Stefania Tomba

ORVIETO – Smantellare la Rpo e voltare definitivamente pagina nella gestione delle partecipate e del potere. L’attacco frontale all’operato del sindaco e della giunta contenuto nelle dichiarazioni che il segretario dei Ds, Marino Capoccia, ha rilasciato ieri a “Il Messaggero” ha scatenato un terremoto di proporzioni bibliche in seno alla maggioranza comunale e non solo. La tensione si tagliava col coltello nel convulso Consiglio comunale di ieri dove la presenza di Capoccia, che lo ha disertato, aleggiava in maniera quasi imbarazzante.

Sdegnata la reazione dell’esecutivo nel rispondere a quelle che vengono considerate dichiarazioni al limite dell’ingerenza. “La dialettica politica tra i partiti non può e non deve interferire con i compiti dell’amministrazione”. È quanto affermano il sindaco e la giunta nel ribadire, “fermo restando – puntualizzano - il diritto di critica e di stimolo delle forze poltiche, la stima agli uomini ed alle donne che svolgono la loro attività all’interno delle associazioni e delle società di cui il Comune è parte attiva”.  E al revisionismo, messo in campo dai partiti, non ci stanno. “Eventuali modificazioni circa le linee di indirizzo codificate da atti democraticamente assunti dal Consiglio comunale, debbono essere effettuate all’interno delle stesse istituzioni”. “La storia amministrativa di Orvieto – tengono a precisare - è stata da sempre caratterizzata da un’alta progettualità tendente a garantire una visibilità di eccellenza al nostro territorio nonché servizi sociali di alto profilo”. E unicamente in questa direzione avrebbero lavorato, secondo l’esecutivo, tanto l’associazione Te.Ma, quanto la Farmacia e la stessa società Rpo tutte finite, adesso, nel mirino del fuoco aperto da Capoccia. Sulla Rpo sindaco e Giunta chiariscono che la società “sta lavorando su precise indicazioni del Consiglio, da cui trae la legittimazione del proprio operare, e che è l’unico soggetto istituzionale che ne può decidere le sorti e le strategie nel rispetto dei proficui rapporti di collaborazione e di elaborazione di scelte che possono venire dalla Regione e da altre istituzioni”.

È lo specchio di quanto afferma seccamente il presidente di Rpo, Franco Raimondo Barbabella, a dir poco perplesso dall’ipotesi che la Regione sia – come afferma Capoccia - “orientata a porre la parola fine sulla Rpo”. “Strano – dice Barbabella, a nome anche del cda -  perché Rpo è una società istituita con tanto di delibera del Consiglio, che ad oggi non risulta commissariato”. Così come è scettico sull’attribuzione di Capoccia al senatore Angius di “precise proposte da fare e investitori pronti ad intervenire”. “Stento davvero a credere che un senatore della Repubblica – afferma - possa solo pensare di sostituirsi ai legittimi organismi di governo della città”. Nel ribadire, comunque, la disponibilità costante al confronto da parte del cda, il presidente di Rpo ricorda a Capoccia come la società abbia lavorato proficuamente (il business plan verrà discusso nella seduta comunale del prossimo 22 giugno, ndr) nei modi e nei tempi stabiliti dal Comune unicamente “con lo sguardo rivolto allo sviluppo di Orvieto e del suo territorio”. “Come mai – si chiede infine Barbabella - a distanza di pochi giorni dalla trasmissione all’amministrazione comunale del business plan, Capoccia, senza peraltro conoscere il contenuto del documento, lancia una bomba per colpire nel mucchio? Forse ci si è già resi conto che l’operazione di riuso della ex caserma può andare davvero in porto e si cerca preventivamente di fermarla?”. 

Pubblicato il: 16/06/2005

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