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Lode della palomba alla leccarda

Tradizionalisti ed animalisti, luoghi comuni ed assurdità

foto di copertina

di Dante Freddi

Abbiamo contribuito, per quello che potevamo, a tenere vivo il dibattito sulla querelle che si era accesa, dentro e fuori Orvieto, sull'"uso" di un colombo vivo in occasione della festa della palombella.
Ci era sembrato che discutere fosse meglio che inveire.
Ci siamo posti a disposizione dell'una e dell'altra parte.
Abbiamo pubblicato articoli di animalisti e tradizionalisti e anche aperto un sondaggio, che è stato boicottato da qualche facinoroso che ha in antipatia i colombi.
Abbiamo anche avuto qualche simpatia per quel colombo che, col fatto di essere simulacro dello Spirito Santo, si trovava a scendere dalla chiesa di san Francesco in mezzo a botti e mortaretti.
Presi da un campanilismo che andava a li là del merito, abbiamo provato un po' di antipatia per gli animalisti che minacciavano di boicottare la città, senza provare simpatia per i "tradizionalisti" che volevano il colombo "vivo e senza tubo", nature.

Sembrava comunque che tutto fosse passato per intelligente intercessione dei nuovi febbriceri dell'Opera del Duomo, ma ora tutto è di nuovo in discussione e si stanno raccogliendo firme per la "palombella viva".
C'è anche chi contesta la correttezza di pensiero di un consigliere dell'Opera che non è nato all'ombra del Duomo, e nemmeno "sub ripa", ma addirittura in una "terra soggetta", il castello di Lerona, ormai Allerona.

Venticinque persone per bene, concittadini morigerati, sono stati presi dall'ansia di vedere quel colombo legato alla raggiera. Circolano cercando adepti e raccolgono adesioni in ogni luogo. Dall'altra parte, gli animalisti si sentono traditi e dichiarano nuova guerra, ad oltranza e senza prigionieri.

Qualcuno mi chiede come la penso e mi trovo a disagio. Come la penso su cosa? sul rispetto per gli animali? sul rispetto delle tradizioni?sulle questioni di principio?sull'assolutismo del pensiero e delle azioni?sulla palomba intubata o no, viva i finta?

Animalisti e tradizionalisti ragionano su piani diversi, accomunati soltanto dall'assolutismo degli atteggiamenti, e l'incontro è impossibile.
Gli uni difendono una questione di principio, il diritto di ogni animale al rispetto in quanto essere vivo, gli altri vogliono che sia onorata quella che considerano una tradizione, quindi inconsciamente  fonte di sicurezza, certezza, stabilità. Gli uni si riferiscono ad un principio, gli animalisti, gli altri alla palombella di Orvieto, a quel colombo, che c'è "sempre" stato.  Gli uni ritengono inconcepibile che ci si possa accanire sull'uso di un animale vivo  per rappresentare un valore altamente simbolico dal punto di vista religioso. Gli altri pensano che sia assurdo difendere quel piccione, che, anche se bianco, è come gli altri che sporcano la città e infestano i monumenti, che va bene quando finiscono in salmì.

Gli uni combattono la battaglia che sanno o vogliono combattere, gli altri ritengono che ci siano campi più utili per impegnare tante energie, ma intanto raccolgono firme per poter continuare a legare quel piccione e fargli fare la parte dello Spirito Santo.

Come la penso?
Viva la palombella viva, libera, rispettata.
Sia attaccato a quella fune che scende da San Francesco un pezzo di legno o di coccio.
Lo Spirito Santo a cui credo io non se ne vorrà.

Ma domani sera andrò a mangiare una palomba (scozzese però) alla leccarda.

E i pesci, perché non volano pochi li amano, a meno che non siano cetacei arenati. Mai sentito qualcuno inveire contro la pesca del cavedano o della carpa o dell'alborella.
Cosa mangiano gli animalisti? e il bue è meno della colomba? e la colomba più dell'agnello?
Le stagioni non sono più le stesse. Potrebbero pensare ai bambini che muoiono anziché agli animali. Ma i bambini muoiono perché c'è chi pensa che se ne dovrebbero occupare gli animalisti e le stagioni non sono più le stesse, perché c'è chi pensa che la natura la debbano difendere gli ecologisti...

E così via, da luogo comune ad assurdità.

 

Pubblicato il: 15/06/2005

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