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Quel rumore non lo sopporto più. Proteste

Guerra all'inquinamento acustico notturno. Ma bar, risporanti e pub vogliono lavorare...

ORVIETO - C'è un nuovo pericolo che minaccia i proprietari di abitazioni, e che sta diventando più sempre più preoccupante: l'apertura di un locale notturno, pub, bar, discoteca, birreria nel quartiere dove il cittadino possiede l'abitazione. È scattata anche sulla Rupe la guerra all'inquinamento acustico notturno. Ad alzare le barricate sono, da una parte, i residenti dei palazzi "incriminati" che protestano per le ore di sonno perse, ricorrendo spesso all'intervento delle forze dell'ordine, e dall'altra i titolari degli esercizi commerciali che pretenderebbero di lavorare e si trovano invece costretti a chiudere in rigoroso orario (entro le 2) per non incorrere in multe salate o restrizioni sulle licenze. Nel mirino soprattutto i locali notturni, tanto di Orvieto centro quanto dello Scalo. Gli abitanti se la prendono più che altro con il Comune o meglio con i criteri di assegnazione delle licenze. "Mi spiega con quale criterio date queste autorizzazioni?" oppure  "Non le pare che sarebbe opportuno rivedere la concessione di certe licenze i cui esercizi, una volta aperti, disturbano l'intero quartiere?" La protesta scalda le pagine on line di un quotidiano locale attraverso gli interrogativi rivolti, in questo caso, al sindaco da parte di alcuni abitanti del centro e dello Scalo. Intanto per tamponare la situazione arrivano, puntuali, specie nel fine settimana, le forze dell'ordine. Spesso l'intervento non è che un palliativo in quanto se in primo momento "è tutto più tranquillo - come afferma un'altra testimonianza - dopo la loro partenza inizia nuovamente la festa". D'altro canto i commercianti ad essere messi in croce proprio non ci stanno. "Cerchiamo di difenderci rispettando alla lettera gli orari di chiusura - spiegano in un wine bar del centro - ma purtroppo nel fine settimana questo sembra non bastare". "Il vero problema - afferma il titolare di un ristorante del corso - è che gli orvietani devono decidere cosa vogliono. Non si può invocare il turismo e poi lamentarsi se in certi periodi dell'anno c'è un po' più di confusione. Né tanto meno si può negare ai gestori dei locali il diritto sacrosanto di lavorare". In qualche caso poi gli animi si scaldano più del dovuto e si può anche finire in tribunale. È il caso di un ristoratore del centro storico che si ritrova imputato per schiamazzi notturni da un paio di anni: ieri mattina l'ennesima udienza. Il procedimento è stato aggiornato al prossimo 27 settembre per ascoltare altri testimoni.

Pubblicato il: 10/06/2005

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