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Chiude i battenti la Dieffe di Castel Viscardo

Ennesimo colpo alla generale crisi occupazionale in cui versa l'Orvietano. Stato di agitazione alla Mabro, lunedì riunione di dipendenti e sindacato...

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CASTEL VISCARDO - Ennesimo colpo alla generale crisi in cui versa nell'Orvietano il settore metalmeccanico e l'occupazione femminile: chiude i battenti la Dieffe di Castel Viscardo. Sono adesso in attesa di avere accesso alle liste mobilità i ventinove dipendenti (ventisette donne e due uomini) a casa già dallo scorso mese di marzo senza copertura salariale. Le prime avvisaglie della crisi erano arrivate, infatti, a novembre scorso quando la ditta - che da anni si occupava di assemblaggio per conto terzi di ferri da stiro - ha iniziato a restare in arretrato sul pagamento degli stipendi. A marzo poi il tracollo. Alla metà del mese la Cgil e la Fiom lanciarono il grido d'allarme chiedendo un incontro urgente con l'azienda che non ha dato però i risultati sperati. Il 20 di maggio la Dieffe ha ufficialmente spento i motori. I dipendenti andranno a infittire le liste di mobilità che nell'Orvietano, tra il 2003 e il 2004, hanno fatto registrare il record di iscritti da dieci anni a questa parte. E, secondi i dati in mano alla Camera del Lavoro di Orvieto, il bilancio è destinato ad appesantirsi nel 2005. Dopo la crisi dell'Itelco e della Nuova Meccanica (per entrambe è da poco terminata la verifica dello stato passivo in tribunale), un'altra azienda del settore metalmeccanico chiude i battenti infliggendo un duro colpo, tra l'altro, proprio all'occupazione femminile già messa a dura prova dalla crisi del tessile. Come dimostra proprio in questi giorni la travagliata vicenda della ex Mabro, per la quale ieri la Cgil ha dichiaro lo stato di agitazione del personale e ha convocato un'assemblea in azienda con i dipendenti per lunedì prossimo.

Pubblicato il: 10/06/2005

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