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Lo stato di salute dell'occupazione sulla Rupe e dintorni

Crollano gli iscritti nelle liste di disoccupazione, aumentano gli avviamenti lavorativi ma si stabilizza in maniera preoccupante la mobilità. Si evidenzia un'economia fortemente determinata dall'agricoltura...

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ORVIETO - Crollano gli iscritti nelle liste di disoccupazione, aumentano gli avviamenti lavorativi ma si stabilizza in maniera preoccupante la mobilità che tra il 2003 e il 2004 è stata la più alta degli ultimi dieci anni. Lo stato di salute dell'occupazione sulla Rupe e dintorni, dal 2000 al 2004, emerge dall'ultimo rapporto sul mercato del lavoro della Provincia di Terni - uscito alla fine di maggio -  che quest'anno per la prima volta include un'intera monografia dedicata all'Orvietano.  Con i radicali cambiamenti introdotti dalla normativa riguardante il collocamento pubblico (per cui al momento dell'iscrizione bisogna fornire l'immediata disponibilità per la ricerca di un lavoro) gli iscritti nelle liste di disoccupazione al centro per l'impiego di Orvieto sono crollate da 4 mila 131 nel 2000 a 2 mila 69 nel 2004, con un picco negativo (e quindi presumibilmente positivo in termini occupazionali) nel 2003 con mille 882 iscritti. Positivi gli inserimenti in azienda attraverso stage formativi che, nell'ultimo anno, sono stati 101 e nel 53,5% dei casi sono trasformati in assunzioni. Ma in aumento sono stati soprattutto gli avviamenti lavorativi che, pur in un quadro generale altalenante, nel 2004 sono stati oltre 7 mila, più del doppio rispetto al 2003. Su questo dato incidono fortemente i riflessi della sanatoria sull'immigrazione (sono 545 gli avviamenti dei lavoratori non comunitari nel 2003 e mille 220 nel 2004). Lo confermano anche le analisi dei flussi demografici e l'alto contributo offerto dal settore agricolo negli avviamenti che da solo assorbe quasi il 50% del dato. La marcata distribuzione degli avviamenti sul settore agricolo, la più alta in percentuale di tutta la Regione, giustifica anche la netta predominanza di contratti a tempo determinato (4 mila 722 contro i mille 770 a tempo indeterminato). Il tutto avviene in un contesto imprenditoriale in cui sono morte, sempre dal 2000 al 2004, 118 aziende e si accentua la frammentazione e la delocalizzazione delle imprese (tra il 2003 e il 2004 sono 21 in più le unità produttive distribuite sul territorio). Per il secondo anno di fila però permane un preoccupante numero di lavoratori nelle liste di mobilità. Infatti anche il 2004 ha registrato diverse crisi aziendali, in particolare nei settori della metalmeccanica (54,1%  delle richieste) e del tessile - abbigliamento (22,2% delle richieste), con la perdita complessiva di un centinaio di posti di lavoro. Tendenza questa che si era già affacciata nell'intero comprensorio in maniera evidente verso la fine del 2003, con 142 iscritti alle liste di mobilità (90 uomini e 52 donne). Centotrentacinque gli iscritti nel 2004 (54 maschi e 81 femmine).

Pubblicato il: 09/06/2005

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