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Così il Santa Maria della Stella sarà smantellato

I dubbi del Tribunale dei diritti del malato. Riduzione dei posti letto, liste d'attesa più lunghe, medici a cavallo tra il reparto e la nuova "medicina urgente". Sono solo alcune delle conseguenze più immediate che avrebbe il nuovo modello organizzativo dell'ospedale di Orvieto...

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ORVIETO - Riduzione dei posti letto, liste d'attesa più lunghe, medici a cavallo tra il reparto e la nuova "medicina urgente". Sono solo alcune delle conseguenze più immediate che avrebbe il nuovo modello organizzativo dell'ospedale di Orvieto secondo il tribunale per i diritti del malato che lancia adesso un grido di allarme. Studiate con l'intenzione di migliorare i servizi le novità introdotte dalla rivoluzione in vista non farebbero, invece, che contribuire allo smantellamento del Santa Maria della Stella secondo quanto sostenuto da Gianni Mencarelli, responsabile dell'associazione che tutela i diritti dei cittadini. Si parte da una situazione già difficile. Basterà pensare che l'annunciato reintegro dei primari di ortopedia e pediatria non c'è ancora stato, che in molti reparti - oculistica, ortopedia e pediatria - i medici si dividono tra l'ospedale di Orvieto e quello di Narni, che in fisiatria, ad esempio, vengono visitati adesso - dopo 8 mesi - i pazienti che hanno registrato la prenotazione a ottobre scorso. "Su questa situazione si va ad agire adesso - spiega Mencarelli - con un modello riorganizzativo che ridurrà i posti letto da 146 (già pochi visto che il vecchio ospedale ne conteneva 220 ed era un sesto rispetto alla nuova struttura) a 135 entro il 2006 e con alchimie di spostamento dei malati e dei reparti che, a nostro avviso, porteranno scarsi risultati. Con medici che dovranno dividersi tra il reparto e l'urgenza, con la conseguenza, sì di un risparmio per l'azienda, perché caleranno i ricoveri, ma anche di un appesantimento del lavoro del personale e dunque un peggioramento dei servizi. Sarà chiusa, ad esempio, l'unità di terapia intensiva della cardiologia che finirà nella generica terapia intensiva. E sarà realizzata una residenza sanitaria assistita interna all'ospedale trasformando i posti esistenti e non aggiungendo nuovi posti". "Tanto la lungo degenza, quanto la fisioterapia, - incalza Mencarelli - dovevano, invece, essere realizzate sul territorio dove c'erano le strutture idonee, senza andare a "smantellare" l'ospedale e dove avrebbero dato anche una risposta di tipo occupazionale con l'impiego di 70 - 100 persone".  Altra questione sollevata dal tribunale del malato è la necessaria ridefinizione di ruolo cui andrebbe incontro il pronto soccorso con l'introduzione del reparto di medicina urgente, che si collocherebbe a metà strada tra il pronto soccorso, appunto, e l'ospedale. Su tutto questo l'occhio del tribunale del malato cade infine sul contraccolpo strutturale che i cambiamenti introdotti potrebbero produrre all'interno dell'ospedale. "Un reparto di medicina urgente al quinto piano (come è stato progettato, ndr) mal si raccorderebbe  - afferma Mencarelli - con un pronto soccorso al secondo in una situazione in cui al Santa Maria della Stella regna già una discreta confusione tra i percorsi sanitari e quelli destinati all'utenza".  Insomma le perplessità non mancano e su tutte se ne fa avanti anche un'altra. Quella che la riorganizzazione interna dell'ospedale è passata sì per il tavolo sindacale, ma non sarebbe stata sufficientemente socializzata tra il personale e non ha fatto partecipe l'associazione per i diritti del malato, cose queste entrambe "auspicabili - secondo Mencarelli -  quando si va a incidere in maniera significativa sui servizi all'utenza". 

Pubblicato il: 04/06/2005

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