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La macchia di piazza Duomo: banale incidente o un oscuro messaggio intimidatorio.

Glu inquirenti aspettano dati certi sulla composizione del liquido trovato ieri mattina in piazza Duomo e ne ricercano la provenienza...

di Stefania Tomba

ORVIETO - Allarme chimico, ieri mattina, in piazza Duomo per una grossa macchia di liquido tossico e maleodorante trovata di fronte al portone del palazzo dell'Opera del Duomo. Ignota, ancora, tanto la natura della sostanza quanto la dinamica dell'accaduto: attacco batteriologico, fuga di gas, avvertimento intimidatorio o banale incidente. Tutte le ipotesi sono state messe al vaglio ieri mattina su una piazza Duomo blindata, interdetta al transito veicolare e pedonale, con negozi chiusi e uffici evacuati. A lanciare l'allarme, intorno alle 6,30, gli abitanti della zona risvegliati da un odore persistente a tratti simile ad anidride solforosa. La prima e più temibile ipotesi avanzata, quella della fuga di gas dal sottostante impianto fognario, è stata subito sventata dai tecnici dell'Italgas che hanno compiuto i primi accertamenti intorno alle 8,15. Sul posto sono quindi giunti i vigili del fuoco, la protezione civile comunale, la polizia del commissariato e i carabinieri che hanno transennato la piazza in attesa degli esami cui è stato dato corso nella mattinata.

 

In particolare, i prelievi effettuati dai vigili del fuoco del Nbcr (nucleo batteriologico chimico radiottivo), giunti da Terni con le speciali tute a tenuta stagna e maschere antigas, hanno consentito di escludere che si tratti di una sostanza ad alta tossicità, ovvero di quelle che rientrano nello spettro di loro competenza. "Il liquido in questione, secondo quanto rivelato dalle strumentazioni in nostro possesso, è tossico soltanto se inalato a una distanza minima di quaranta centimetri". È quanto ha assicurato, al termine delle operazioni, il vice comandante dei vigili del fuoco di Terni, Paolo Mariantoni. I prelievi effettuati dagli uomini del nucleo batteriologico sono ora in mano ai tecnici dell'Arpa che in quattro, cinque giorni al massimo - secondo quanto affermato dal responsabile dell'agenzia regionale per l'ambiente, Roberta Prosperini -  saranno in grado di classificare con precisione la sostanza. Tra le ipotesi ventilate (perdita accidentale di gpl, rottura di un contenitore di liquido da parte del compattatore dei rifiuti) quella più accreditata al momento sembra essere che si tratti di un fito farmaco o un anticrittogamico, come lascerebbe pensare tanto l'odore, quanto i frammenti di vetro ritrovati sulla chiazza oleosa.

 

 Alle 13,30 l'emergenza è rientrata: la piazza è stata riaperta al traffico, lasciando transennato soltanto il metro quadro occupato dalla macchia ricoperta, intanto, di calce idrata, in attesa dell'intervento del nucleo speciale dei vigili del fuoco di Perugia che, con un prodotto decontaminante ad ampio raggio, effettuerà il lavaggio della sede stradale. Sulla natura dell'episodio, gli inquirenti, com'è ovvio, non si sbilanciano almeno fino all'esito delle analisi dell'Arpa. A quel punto sarà possibile avanzare ipotesi più certe anche sulla dinamica dell'accaduto e capire, in particolare, se si sia trattato di un banale incidente o di un oscuro messaggio intimidatorio.

 

Pubblicato il: 02/06/2005

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