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L’origine del Carnevale. Follie, danze, balli e mascherate

Origini, tradizione, etimologia di una delle feste più colorate dell’anno, ultimi giorni per divertirsi.

Cultura

di Valeria Cioccolo

Semel in anno licet insanire .. almeno una volta all’anno è lecito impazzire .. così dicevano gli antichi romani, e così, nei limiti di una follia “sana”, è giusto che sia. Il Carnevale è una festa che per molti oggi passa per lo più in sordina (se togliamo giovedì e martedì grasso e le castagnole che un po’ in tutti i negozi di alimentari e pasticcerie occhieggiano dai vassoi ..), ma che ha origini antichissime, addirittura religiose. Sembra che fin, dai tempi più remoti, l’inizio dell’anno fosse festeggiato con varie cerimonie di buon auspicio, usanza poi traslata agli Egizi, ai Greci e ai Romani. Le feste dedicate a Bacco, a Saturno o i Lupercali (dedicate alla lupa che aveva allattato Romolo e Remo) sembrano le più probabili radici del Carnevale. Si organizzavano cerimonie con canti e balli e si usava mascherarsi. Le prime maschere venivano dipinte direttamente sul volto con feccia di vino e succo di more, in seguito (come dice Virgilio), realizzate con corteccia di alberi, legno, cuoio, avorio e metallo. Si diceva comunque che il travestimento in realtà non serviva a nascondere, ma a mostrare la personalità di ognuno che, non riconosciuto, svelava il suo vero carattere. La Chiesa si preoccupò di limitare questi riti pagani che a volte finivano per degenerare. Ma non riuscì ad abolirli del tutto, sembra che gli uomini, prima di iniziare un anno di lavoro, volessero dimenticare per qualche giorno la fatica che li aspettava. Anche nell’Ottocento le feste di Carnevale erano una cosa attiva, attesa e reale. Anche perché, dopo poco, sarebbe cominciata la vita grama del digiuno quaresimale (molto più seguito di oggi...). Se ci pensiamo bene il Carnevale è l’unico momento in cui effettivamente si lasciano andar le convenzioni, il decoro, in cui ci si confonde gli uni agli altri, ci si incontra per le strade, ci si lascia andare a qualche follia, ci si mostra dietro un travestimento che riflette una parte di noi che di solito non osiamo mostrare. Oggi spesso sembriamo aver perso la capacità di divertirci, solo i bambini continuano per lo più ad apprezzare il piacere di stare “in libertà” con una maschera che li rende diversi per un giorno, ma semel in anno licet insanire....

La parola, origine: l’Accademia della Crusca fa derivare la parola Carnevale etimologicamente da Carna-aval perché anticamente in questo periodo si mangiava molta carne; secondo altre tradizioni sembra avere origine da carne-vale ovvero “addio alla carne”, o da Carnalia data appunto l’abbondanza di carne consumata. Qualunque sia il concetto, reale o figurato, da cui proviene, pare sia comunque collegato al consumo di carne.

Pubblicato il: 27/02/2003

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