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Il corteo del Corpus Domini si fermerà al carcere

Per consentire al vescovo di portare la propria benedizione ai carcerati. Una novità maturata dallo scorso anno, un gesto emlematico

ORVIETO - "Già lo scorso anno quando con il corteo siamo passati davanti al carcere mi sono detto: bisognerebbe entrare. Il corteo fa già una sosta dalle suore di clausura del Buon Gesù, e ho trovato da subito giusto e naturale visitare anche i detenuti. Così quest'anno ne ho parlato per tempo con gli organizzatori, col direttore dell'istituto e la cosa si farà". La spiega così, il vescovo, monsignor Giovanni Scanavino, con la semplicità immediata e diretta che gli è consueta, la vera novità di quest'anno del Corpus Domini: all'altezza di via Roma, per la prima volta nella sua storia, il corteo si fermerà per consentire al vescovo di portare la propria benedizione ai carcerati. A varcare i cancelli della casa di reclusione saranno il Santissimo, l'Ostensorio e il Corporale accompagnati, ovviamente, dal vescovo e dal cardinale. "Entreremo nel cortile dell'istituto dove ad attenderci ci saranno i detenuti, ai quali ho chiesto di imparare, per l'occasione, l'"Inno del congresso eucaristico" - spiega ancora il vescovo - loro lo canteranno e io darò loro la benedizione. A quel punto torneremo a riunirci al corteo che riprenderà la sua sfilata". Una scelta, insomma, maturata con spontaneità, ma che ha sicuramente un valore di portata storica per la città e per la crescita cultuale delle sue tradizioni, alla luce dell'alto significato umano che riveste. Nato lo scorso anno dal vivo richiamo avvertito dal vescovo di fronte alle porte di via Roma, l'inedito ingresso di domani nella casa di reclusione cade a una settimana di distanza da una tragedia che ha scosso un'intera città. "Non posso fare a meno di pensare - ha voluto sottolineare monsignor Scanavino - a quel giovane che si è tolto la vita nella sua cella. La notizia mi ha profondamente scosso. So che sarebbe uscito entro poco tempo e per questo è ancora più dura pensare che non ce l'abbia fatta. Ebbene credo che, specie quando si tratta di persone che vivono in questi ambienti, ci sia sempre un grande bisogno di attenzione nei confronti della psiche umana e dei suoi problemi. Spesso capitano incomprensioni, come possono capitare dappertutto e non si sa mai quello che può capitare. Spero che questo gesto (quello della visita in carcere di domani, ndr) possa rappresentare un aiuto anche in tal senso". Il fatto del tutto inedito per il corteo religioso del Corpus Domini, non lo è, però, per monsignor Scanavino che, dalla sua elezione nel dicembre 2003, visita con cadenza quasi mensile i detenuti dell'istituto di via Roma. Al nuovo vescovo, insomma, le novità non spaventano affatto. Lo dimostra per l'ennesima volta con questa decisione, dopo le dichiarazioni di grande apertura rese già lo scorso anno. Allora si rese disponibile a ripensare i festeggiamenti della Palombella non ponendo preclusioni di sorta all'uso di un simulacro. Dichiarazioni che fecero breccia nell'animo di molti e probabilmente anche nei fabbriceri dell'Opera del Duomo che quest'anno hanno avviato i processo verso il cambiamento definitivo del rito. O come quando non batté ciglio di fronte all'ipotesi dell'esame del dna sul Corporale. 

Pubblicato il: 28/05/2005

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