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NOTIZIE CORSIVI

In questo modo si sviluppò la vicenda

Quella che vi raccontiamo è la storia che è stata riportata dalla stampa locale la scorsa primavera. Giusto per ricordare come si era sviluppata e quali danni aveva creato alla famiglia Pistella

Cronaca

Ricordiamo la vicenda:
La storia è di quelle che vanno raccontate, perché alla base di tutto vi è un momento di difficoltà economica che potrebbe interessare chi, nella vita, lavora in proprio. Perché è imprenditore o libero professionista od una delle tante partite iva che rappresentano, nel loro insieme, la spina dorsale dell'economia italiana. Un professionista si trova in crisi di liquidità. Tanti i motivi. In un momento di difficoltà economica più vasta, il professionista si è trovato a non poter riscuotere tutta una serie di crediti nei suoi confronti. Siamo alla fine del 1998, e si sa bene come era la situazione congiunturale economica di quel periodo.

Il professionista ha una moglie con un negozio, ha avuto il coraggio di investire in questa attività. Ha dei beni immobili che possono rappresentare una copertura economica nei confronti di istituti bancari. Inoltre la sua famiglia, ha alle spalle famiglie di origine che comprendono la difficoltà economica e si dicono pronti a sostenere un eventuale accesso di credito presso gli istituti bancari. Sceglie una Banca primaria, la sua banca di riferimento e chiede un fido di 350 milioni. Sembra tutto a posto, il direttore è cordiale

"E' tutto in ordine, mancano solo alcune informazioni personali". Insieme alle loro firme, a garanzia del credito, anche quelle della famiglia di origine. Appuntamento fissato, in banca, per il 10/5/1999. Sono tutti occupati, c'è da aspettare. Come in ogni banca, per ingannare l'attesa ci sono luoghi "open" in cui è possibile consultare materiale promozionale della banca. In uno di questi open space, l'occhio del professionista e di sua moglie e di un'altra persona che sta con loro, si posa su un carteggio lasciato incustodito, sotto gli occhi di tutti. Sul mazzo campeggia un documento.

Una relazione strettamente confidenziale che uno studio locale (che all'epoca dei fatti non risulta iscritto nelle apposite liste del ministero dell'Interno) "racconta" l'attività del professionista e quella del negozio della moglie del professionista che erano in banca per chiedere una linea di credito.

"Da voci di piazza la signora risulta essere persona molto gentile e disponibile, dedita alla famiglia ed al lavoro, soddisfatta del negozio che gestisce perché non è una semplice cartoleria, all'interno è possibile trovare anche oggetti per collezionismo e cartoleria particolare. Sempre da voci di piazza, l'attività che gestisce ha dei problemi economici, forse dovuti anche alla presenza del marito all'interno del negozio, il quale non risulta essere particolarmente paziente e disponibile".

Lo studio si esprime anche nei confronti del padre del professionista: che sempre "da voci di piazza il soggetto risulta poco partecipe alla vita sociale in genere, trascorre gran parte delle giornate in casa con la moglie svolgendo vita riservata con poche amicizie () si presume che abbia modeste possibilità economiche in quanto vive della propria pensione ed essendo proprietario di alcuni immobili potrebbe riscuotere degli affitti".

Poi lo studio interviene anche sul professionista affermando che sempre "da voci di piazza il soggetto non risulta persona affidabile anche se di mostra a parole di essere onesto e responsabile, la sua inaffidabilità è dovuta forse a scadenze non rispettate soprattutto nell'ambito lavorativo ed economico. Sempre da voci di piazza come professionista non gode di buona nomea in merito a lavori svolti in modo estremamente professionale e non rispettando le esigenze del cliente".

Parole pesanti. I tre restano esterrefatti. Si parla di loro in quel modo. La risposta della banca, rispetto alla linea di credito, è ovviamente negativa. Non per l'assenza di garanzie immobiliari ma per quella assurda indagine eseguita da persone senza titolo e prive di fondamento che pone testualmente giudizi affermando in calce "da voci di piazza risulta che". I due tornano a casa. Si sentono colpevolizzati, rifiutano l'accesso ad altre linee di credito perché pensano che tale possibilità possa essere loro negata nello stesso modo. Si rivolgono ad un avvocato.

Denunciano la titolare dello studio che ha espresso quei giudizi nei loro confronti per diffamazione. Intraprendono una causa civile nei confronti della banca per violazione del diritto di privacy (il fascicolo poteva essere letto da chiunque. Dai clienti del professionista, dai clienti del negozio della moglie, da decine e decine di clienti della banca. Per danni morali e materiali. La prima denuncia viene archiviata. Nella predisposizione della denuncia in sede civile, l'avvocato non quantifica i danni ma lascia al giudice l'arbitrarietà di esprimersi per il valore del dolo commesso dalla banca. I due revocano l'incarico al proprio avvocato.

Nel frattempo, per uscire dalla situazione, mettono in vendita il negozio, che ovviamente viene alienato ad un valore più basso rispetto a quello commerciale. Decidono di mettere in vendita anche la propria abitazione, realizzata - come molte famiglie orvietane - con anni di sacrificio. La situazione porta ad una crisi familiare. La difficoltà economica ha fatto il resto. Sull'orlo della separazione, salvano il matrimonio e decidono di affrontare insieme le loro difficoltà. Sino in fondo.

Si rivolgono ad una banca belga che truffa loro (insieme ad altri 400 italiani) facendo versare una polizza fidejussoria per circa 10.000.000 di lire. Non si arrendono, sperano e credono nella giustizia. Si rifiutano di rivolgersi alla vasta rete di strozzinaggio presente nel paese. Propongono una nuova audizione in sede penale e continuano, contro la banca, nella causa civile. Con un nuovo avvocato. Nelle udienze istruttorie, seguite dall'attento e sensibile Dr. Tafuro, la chiarezza della situazione esce con trasparenza. Esiste una vittima e dei colpevoli. La causa contro la banca, in sede civile, si è conclusa il 22 novembre. Lo studio professionale funziona ed ha clienti. Le necessità, in ogni caso, da 350 milioni sono salite a 500.

Pubblicato il: 15/12/2002

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