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Mancinelli: il provincialismo invidioso è sempre in agguato

Sembra che per risanare il bilancio non si rinnovi il contratto a Paolini, direttore del teatro, e che gli sia stata sottoposta una nuova e mena costosa condizione di lavoro...

E Maurizio Negri si dimette dal CdA di Te.Ma

foto di copertina

di Dante Freddi

Il nuovo Consiglio d'amministrazione della Te.Ma, composto dal presidente Maria Teresa Urbani, assessore alla cultura del Comune di Orvieto,  Antonio Mariani, Giuseppe Baiocco, Luca Pozzuoli e Maurizio Negri, dimissionario, ha deciso di intervenire per risanare il notevole disavanzo che l'Associazione ha accumulato negli ultimi anni.
Ne prendiamo atto con soddisfazione e ci permettiamo di offrire una raccomandazione: che si cerchi innanzitutto di individuare i motivi veri che hanno condotto alle attuali difficoltà e che le manovre che saranno attuate non mortifichino la qualità della produzione ed il lavoro degli operatori, a cominciare dal direttore artistico .

Ad Orvieto, come in molte città della provincia italiana, secondo modalità di comportamento definite appunto "provinciali", si tende ad esportare professionalità, in quanto sembra che chi è forestiero, soprattutto di Milano, meno di Grosseto o Napoli o Siracusa,  abbia capacità e qualità non reperibili sulla piazza nostrana. Qualche volta è vero e dipende dall'àmbito operativo di cui si tratta e dalle conseguenti esperienze che si richiedono. Altrettante volte è un ragionamento invece del tutto "provinciale".

Nel passato ci sono stati esempi di lungimiranza da ricordare.

Chi, infatti, meglio di Giuseppe Della Fina avrebbe potuto dirigere e portare al successo il Museo Faina? o chi meglio di Enrico Paolini garantire qualità e spettatori al Teatro Mancinelli?

Ora, tra le novità per risanare la Te.Ma, c'è anche la volontà di non rinnovare il contratto a Paolini, direttore del teatro, e di sottoporgli una nuova e mena costosa condizione di lavoro. Paolini sembra che guadagni troppo ed il vicino, in generale, non deve avere l'erba troppo verde e alta.
Questo vuole la volontà popolare, sempre sintetizzata nei proverbi, che anche gli amministratori del teatro devono tenere in debito conto ed interpretare. 

Non so quanto percepisca Paolini, se sia tanto o poco per la sua professionalità, ma certo sarebbe utile rilevare quanto il suo costo sia per Te.Ma una spesa e quanto un investimento, chi potrebbe sostituirlo con risultati simili, quanto eventualmente costerebbe, quale risparmio effettivo ne deriverebbe.
Questi sono aspetti che attengono al rapporto tra Paolini e Te.Ma., ma anche scelte chiave per l'affermazione del Teatro Mancinelli e quindi della cultura e della promozione dell'immagine della città.
È importante che anche qui non giochi alcun ruolo la spinta di quel "provincialismo" invidioso che non sa riconoscere il valore di chi è "vicino", quel sentimento che fa sì che "nessuno sia profeta in patria".

Se poi tutti questi sentimenti negativi si esprimono attraverso di caramille politiche, come sostiene Maurizio Negri nella sua lettera di dimissioni, ancora peggio.

Pubblicato il: 17/05/2005

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