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No agli OGM

Lo ha deciso il Consiglio provinciale. Le aziende produttrici di pasti e derrate per le mense pubbliche dovranno dichiarare formalmente che non vengono utilizzati alimenti contenenti OGM

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Il Consiglio provinciale di Terni ha votato all'unanimità una proposta di ordine del giorno finalizzata a dichiarare il territorio libero da OGM (Organismi geneticamente modificati), nel rispetto del principio di precauzione, che comporta l'adozione di misure cautelative a difesa della salute dell'uomo e sull'ecosistema.

Attraverso la risoluzione viene, infatti, richiesto l'impegno del Presidente e della Giunta di Palazzo Bazzani per la tutela dei consumatori, per la messa in atto di interventi sul controllo di qualità degli alimenti agro-forestali e di allevamento prodotti nel territorio, per l'avvio di una seria campagna informativa a tutti i livelli sugli alimenti biologici e di qualità, sull'importanza di una sana ed equilibrata alimentazione, sui rischi connessi al consumo di alimenti contaminati, con particolare riferimento agli OGM ed alla loro diffusione nell'ambiente.

Compito della Provincia è, infatti tra l'altro - si legge nel documento - l'attuazione di una politica per la difesa del suolo, la tutela e valorizzazione dell'ambiente e delle risorse naturali.

Secondo un rapporto del "Centro Comune di Ricerca" dell'Unione Europea è impossibile la convivenza dell'agricoltura transgenica con quella biologica e convenzionale, che verrebbe irrimediabilmente compromessa dalla contaminazione da OGM con forti rischi di perdita di competitività. L'inserimento di piante geneticamente modificate in un territorio destinato alla produzione di qualità, ne ridurrebbe il valore della specificità, l'identità storica dei vari prodotti e le vocazioni colturali delle aree produttive. Ne conseguirebbe una pericolosa dipendenza per tutte le filiere produttive da pochi detentori di brevetti genetici e chimici, determinando un sistema produttivo agroalimentare più fragile.

In base al documento approvato dal Consiglio provinciale, si dovranno invitare le aziende produttrici di pasti e derrate per le mense pubbliche a dichiarare formalmente che non vengono utilizzati alimenti contenenti OGM, prevedendo una specifica clausola vincolante in tal senso in occasione delle prossime gare di appalto di ogni mensa pubblica.

Al Governo nazionale viene chiesto un impegno per un controllo maggiore sui prodotti da semina per la possibile presenza di OGM, una valorizzazione dei prodotti di origine, naturali e locali, rendendo di pubblico dominio la richiesta di autorizzazione di sperimentazione in campo aperto di OGM. L'Unione Europea, infine, dovrà ritenere la libera scelta tra agricoltura convenzionale, biologica e transgenica inconciliabile con la fissazione di soglie di tolleranza per la presenza di OGM nelle sementi e negli alimenti destinati all'uomo e agli animali.

Lo spirito dell'ordine del giorno era stato già condiviso dai membri della prima Commissione consiliare che, come ha illustrato la consigliera Ds Gabriella Tassi, avevano approfondito questa tematica, sottolineando la "necessità per il nostro territorio di preservare le colture biologiche di qualità e convenzionali, che sono di fatto incompatibili con gli OGM". Auspicando da parte del Governo un impegno per lo studio e l'approfondimento delle conseguenze sull'organismo umano e sull'ambiente delle produzioni transgeniche, la prima Commissione ha proposto di aderire moralmente alla "Carta di Firenze", cui hanno già aderito 20 regioni europee e 7 italiane, che riassume in 10 punti gli impegni futuri degli aderenti. Tra questi vengono segnalati, in particolare, "la promozione di piani specifici a sostegno della coltivazione convenzionale biologica; l'adozione di piani contro il rischio di contaminazione genetica per la salvaguardia della biodiversità, delle specificità produttive e del patrimonio ambientale; la proposta di sanzioni ai soggetti che hanno causato eventuali danni diretti ed indiretti; il rispetto di rigorosi protocolli di sicurezza per la ricerca ed il pieno sostegno all'utilizzo di sementi da riproduzione OGM free, abbassando alla soglia minima il livello comunitario ammesso; l'impegno a favorire accordi internazionali, finalizzati a garantire approvvigionamenti di materie prime di alta qualità certificate OGM free".

 

Pubblicato il: 11/05/2005

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