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Caserma 'Piave'. Tiriamo le somme

Durante due settimane abbiamo intervistato i rappresentanti delle forze politiche orvietane. Ci hanno aiutato a disegnare una bozza delle idee che girano, ma di pensieri pensati non c'è ancora traccia.

Politica

di Dante Freddi

È ormai il momento di tirare le fila di un'indagine in cui abbiamo coinvolto i rappresentanti di tutti i partiti, del tema caldo per eccellenza, che coinvolge Orvieto e l'Orvietano: la destinazione della ex caserma 'Piave'.

Che si tratti di una scelta epocale è facile comprenderlo. Sono cinque ettari "in cerca di destinazione", uno spazio importante della Rupe, dove fu costruita la caserma per costituire il volano dell'economia della città. E ha svolto il suo ruolo in modo eccellente, fino a pochi anni fa. Gli orvietani di allora impegnarono pesantemente il bilancio comunale, ma seppero compiere la loro "scelta epocale". Ora tocca a noi.

Tutti i partiti comprendono la "gravità" del momento, almeno così sembra, ma le idee non sono chiare né univoche. C'è ancora qualche tatticismo, che ci auguriamo sia soltanto "timidezza" di fronte ad un tema di simile portata. Ma c'è anche tanta confusione e la vastità dell'area sembra giustificare la non scelta che lì si possa fare tutto, dall'albergo agli uffici comunali al centro anziani, fino all'università, al polo scolastico, a un centro studi del Ministero dell'agricoltura, o qualcosa di simile. C'è anche chi si è preoccupato di tutelare gli albergatori orvietani, e allora albergo sì, ma coinvolgendoli in qualche modo, tanto per non scontentare nessuno.

Destra e sinistra sono sulle difensive e se nella sostanza, se si entra nel tema, nessuno va ancora più in là di affermazioni generiche e non compromettenti, Leoni e Gribaudo sostengono che si debba procedere ad un concorso di idee ed il centrosinistra, di contro, ritiene che la città possa decidere da sola, dopo un dibattito vasto, coinvolgente, esauriente, che sia aperto agli orvietani ed a quanti, al di là della cittadinanza, amano la nostra città. Questa è la differenza più significativa emersa dalle interviste.

Ma ora, tolta di mezzo questa pregiudiziale nella prima fase del dibattito, si andrà poi al particolare e allora sarà necessario esprimere veramente delle posizioni, che speriamo meno suggestive di alcune che ci sono state presentate e che abbiamo pubblicato.

C'è bisogno di idee, pensate con responsabilità ed aperte al confronto, disponibili a modificarsi, offerte con generosità. Su questo tema le strategie preelettorali sono criminali e sappiamo che gli amministratori non si presteranno al gioco a cui potrebbero essere chiamati da interessi partitici.

Il colloquio con tutte le componenti politiche orvietane ha contribuito ad abbozzarci un quadro di riferimento da cui partire, che ci auguriamo di aver trasferito ai lettori in queste due settimane. Ai primi di marzo inizierà la fase ufficiale ed il Consiglio comunale approverà un documento di massima su cui aprire il dibattito, che vedrà impegnanti Consigli di zona, enti, associazioni, cittadini.

Mercoledì 26 ci sarà la prima uscita del sindaco Cimicchi, in occasione del convegno promosso dalla Confesercenti di Gulino, alle 15, Palazzo dei Sette, tema "Ex caserma Piave, 50.000 mq per il rilancio economico di Orvieto, Analisi e prospettive".

Cimicchi non dirà tutto, per rispetto del Consiglio comunale, ma se ha accettato di partecipare qualcosa di nuovo, forse, sapremo.

Pubblicato il: 24/02/2003

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