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Te.Ma, il bilancio chiude con un buco di 680 mila euro

Spese ingenti sostenute nel periodo tra il 1998 e il 2000. Così sostengono i consiglieri Conticelli e Cortoni. E si apre un caso politico-amministrativo che farà discutere. Intervista al presidente dell'Associazione Teresa Urbani

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ORVIETO - Te.Ma, il bilancio chiude con un buco di 680 mila euro. Che le casse della partecipata del Comune che gestisce il Mancinelli fossero vuote era cosa risaputa ma che il buco fossero addirittura di tali proporzioni è una novità che rischia di suscitare un autentico terremoto, anche politico. A finire nel mirino ora ci sarebbero soprattutto le spese ingenti sostenute nel periodo tra il 1998 e il 2000, spese sostenute senza preventiva copertura finanziaria, tra cui figurano 450 mila euro (saldo tra spese di 675 mila e ricavi per 225 mila) per il festival musicale con La Fenice di Venezia e 135 mila per la trasferta della Pietà di Piovani a Betlemme. Ulteriori interrogativi sorgerebbero sull'operazione "fund rising" relativa alla ricerca di sponsor, che ha comportato costi per 165 mila euro. A fornire i dati sono i consiglieri di Altra Città, che hanno presentato un'interrogazione in Comune per capire come sia stato possibile, a fronte della situazione odierna, che i conti, negli esercizi precedenti siano sempre stati chiusi in pareggio e per sapere quale attività di vigilanza e controllo sulla Te.Ma. abbia svolto la Giunta comunale in questi anni. O perché iniziative come quella della Fenice e di Betlemme, che sembrerebbero - a detta di Conticelli e Cortoni - di spettanza istituzionale del Comune, siano state invece svolte dall'associazione e senza copertura finanziaria. Dal Comune evitano ogni commento rinviando la riflessione a dopo il 30 giugno, quando il bilancio arriverà ufficialmente nelle mani della giunta. Intanto la gatta da pelare resta nelle mani del nuovo Consiglio di amministrazione. "Abbiamo presentato un bilancio in maniera diversa dal passato - tiene a precisare il presidente, Teresa Urbani - e sono state così evidenziate cose che l'opinione pubblica non aveva notato prima, ma la situazione si trascina da anni". E, allora, a questo punto che fare? "Ho molto apprezzato - afferma Urbani - la disponibilità che il Consiglio uscente ha dato per verificare insieme voce per voce le dinamiche e le logiche che hanno portato a questa situazione, un lavoro che abbiamo appena iniziato. Abbiamo chiesto di poter visionare i verbali e capire fino in fondo come sono nate determinate scelte. Non per fare il processo a  qualcuno ma per vedere se se c'è stato un errore e, se c'è stato, per non rifarlo in futuro. A quel punto potremo studiare un piano di rientro economico e finanziario. Sono chiaramente preoccupata ma anche molto serena perché se si lavora bene, in sintonia, si riesce sempre a trovare le soluzioni adeguate ai problemi. Mi auguro, piuttosto, che non ci siano giochi di "retroguardie" e boicottaggi che non servono né alla Te.Ma né alla città".

 

Statuto e sponsor: due nodi cruciali per il futuro della Te.Ma. Modificare il rapporto tra la Te.Ma. e il Comune è uno degli obiettivi del sindaco che a novembre scorso rivendicava l'esigenza del Comune - principale finanziatore del teatro (quest'anno con 60 mila euro, a fronte dei 17 mila della Regione e dei 6 mila della Provincia) - di avere un controllo amministrativo più diretto sulla gestione, probabilmente proprio per evitare incomprensioni di bilancio. Per questo potrebbe essere prossima la modifica dello statuto. 

Quanto al fund rising? "A questo punto sarà un imperativo". Afferma il presidente Urbani che però sottolinea come al momento non sia stato affidato alcun incarico. Le deleghe, insomma, che sembravano del vicepresidente Puzzuoli, sono ancora da affidare. "Quella di Puzzuoli - afferma Urbani - è un ipotesi, ci stiamo lavorando".

Pubblicato il: 05/05/2005

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