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Turismo. Boom di presenze ma pochi affari

Straordinario afflusso durante i giorni di festa dal 22 al 25. Visite a musei e al Pozzo, ma pochi acquisti

foto di copertina

ORVIETO - Pienone sulla Rupe, ma in pochi fanno cassetto. I due week end del 25 aprile e del primo maggio hanno fatto registrare record positivi di auto in transito al casello e di visitatori paganti ai principali monumenti della città, ma ad aprire il portafogli il turista è sempre più restio.  L'acquisto viene centellinato. Così ecco che si riempiono bar, pizzerie e, quando va bene, anche i ristoranti, ma i commercianti piangono, soprattutto quelli dell'artigianato artistico che lamentano sempre più forte di essere confusi con la "chincaglieria".
Il boom c'è stato, e questo nonostante i disagi causati dalla chiusura dell'Amerina. Basterà pensare tra venerdì 22 e lunedì 25 sono uscite al casello autostradale di Orvieto, in direzione del centro storico, ben 17 mila 194 auto. Il pesante flusso di automobili riversatosi sulla Rupe ha obbligato l'Amministrazione comunale, addirittura, ad aprire in via straordinaria la ex-caserma Piave per accogliere le numerose vetture che i parcheggi, tutti esauriti, non potevano ospitare. Anche le zone di sosta riservate ai camper hanno registrato il tutto esaurito. Una stima della presenza turistica sulla Rupe è evidenziata anche dalle presenze nei siti d'interesse storico, artistico o archeologico. Da sabato 23 a lunedì 25 il solo pozzo di San Patrizio ha registrato 6 mila 802 presenze, che raggiungono la quota delle 8 mila 255 se si aggiungono i biglietti cumulativi del pozzo di San Patrizio e del museo Greco. Gli stessi risultati non si sono avuti per il primo maggio che, caduto di domenica, non ha potuto beneficiare dell'effetto trainante del ponte. Per la festa dei lavoratori, comunque, il pozzo di San Patrizio ha pur sempre superato le mille visite. Mille e trecento se si considerano anche i biglietti staccati alla mostra di Mirò presso il museo Emilio Greco. L'appeal della città del Duomo, insomma, resta intatto, il problema da analizzare è semmai quello di riuscire a sottrarsi al trend nazionale di generale austerità cercando di attirare un turismo qualificato disponibile a spendere e mettere a sistema le risorse che offre la città all'interno di un progetto complessivo. A questo proposito l'assessorato al turismo di Carlo Carpinelli, insieme alle associazioni di categoria, sta vagliando l'ipotesi di "domeniche slow", giornate in cui il centro storico verrebbe chiuso alle auto, creando un ambiente interamente da vivere tra concerti, programmati appositamente in occasione della ricorrenza dell'iniziativa, musei e negozi aperti. 

Pubblicato il: 04/05/2005

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