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La sfida delle donne imprenditrici

Successo di pubblico oltre le attese la mostra dedicata all'artigianato artistico. Intervista ad Alessandra Fiumi 

di Alessandro Li Donni

Si è conclusa con un successo di pubblico oltre le attese la mostra dedicata all'artigianato artistico femminile organizzato dalla sezione orvietana della Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari).  La mostra è stata anche l'occasione per un incontro tra alcune donne imprenditrici del territorio e la Cna volto a spiegare e criticare l'attuale legislazione sull'imprenditoria "rosa". 
A spiegare i problemi legati al credito è stata chiamata Silvia Vignaroli della sezione finanza e credito della Cna, mentre per discutere delle potenzialità e delle problematiche legate al territorio era presente Marco Frizza, Cna di Orvieto. 
Alessandra Fiumi, presidente Fidapa di Orvieto e agente di Generali ad Orvieto, ha messo sul tappeto tutte le difficoltà "classiche" di una donna che vuole fare impresa, dalle compatibilità tra famiglia e lavoro per arrivare ai problemi legati all'accesso al credito ed alle garanzie da presentare alle banche.  Secondo la Fiumi "c'è stata un po' di diffidenza iniziale sull'iniziativa" anche se alla fine "molte imprenditrici hanno chiesto d'intervenire".  Grande attenzione, poi, all'espressione artistica che però "non deve rimanere solo tale" ha sottolineato la Fiumi, che con Generali ha posto già da tempo l'accento, tramite la sponsorizzazione di una serie di eventi ad Orvieto tra i quali Nati per Leggere, sulla potenzialità economica dell'arte e della cultura

Perché la Fidapa ha deciso di organizzare quest'iniziativa?

La nostra organizzazione ogni biennio pone al centro della sua azione un tema e per il biennio 2003-05 è "Donna, arte, cultura e tradizione: risorsa economica del territorio".  L'iniziativa è quindi perfettamente pertinente con il tema proposto.  Abbiamo voluto dare una vetrina a quei mestieri, o meglio a quelle arti, che coniugano la tradizione con lo sviluppo economico e questo ritengo che sia il punto centrale, non solo per quanto riguarda l'imprenditoria femminile.  Mi auguro di poter ripetere l'esperienza magari con un coinvolgimento maggiore dei privati sia dal punto di vista economico che da quello partecipativo.  L'iniziativa è stata premiata dal successo per il gran numero dei visitatori e per la partecipazione.  Abbiamo messo insieme vari tipi di artigianato dalla gioielleria con Ana Gold, Il Mascherone e Orogami, al merletto con Lavori Artistici Mariella e Loretta Lovisa.  Ma vorrei citare una ad una le partecipanti: l'Azienda agricola Casa Parrina, l'Antichità la Fornace, Germana Graziani (decorazioni murali e restauro libri), Teresa Boutique, Musiv'Arte (mosaici artistici), Antica Profumeria Etrusca, Tilà (realizzazioni artistiche in legno, decorazioni su vetro), La Pikkola Bottega degli Orrori, Colleen Jones (vetri colorati), Marisa Basili (ricami), La Dolce Vita (panificio, pizzeria, dolci), Jasmina Rubcic (sculture in tufo), Maria Barone Piras (vetro e trine).  Come socie Fidapa hanno partecipato anche Ivana Ferretti Atelier, Stefania Anselmi e Linea Estetica Adriana.  È un elenco un po' lungo ma l'ho fatto per far capire come siamo riuscite a far cooperare imprenditrici concorrenti fra di loro. Molto spesso il territorio è diffidente verso iniziative nuove e che vengono "dal basso". 

Avete trovato difficoltà nell'organizzare un evento di questo tipo?

La principale difficoltà che abbiamo incontrato è stata la mancanza di tempo.  La nostra organizzazione è basata sulla collaborazione volontaria delle socie, quindi posso dirmi pienamente soddisfatta di ciò che siamo riuscite ad organizzare.  L'altro ostacolo è l'onere economico che comunque c'è stato.  Per questo devo ringraziare gli sponsor, le istituzioni, l'organizzazione del Palazzo dei Sette, sempre disponibile, il Cna ed in particolare Marco Frizza.

Avete trovato diffidenza da parte delle stesse donne che avete contattato?

Inizialmente c'è stata qualche diffidenza dovuta alla sorpresa chi spontaneamente offriva loro disponibilità e spazi.  Per la prima volta, forse, c'è stato qualcuno che ha valutato in maniera positiva il loro lavoro senza chiedere nulla in cambio.

Quale è stato l'atteggiamento della città?

Da parte degli orvietani attendiamo, ora, delle risposte.  La mostra è stata visitata da molti turisti e questo è il segnale che l'idea è azzeccata.  Alcune imprenditrici ci hanno chiesto di intervenire dopo aver partecipato all'incontro con Silvia Vignaroli che in maniera efficace e senza "buonismo" ha spiegato le opportunità di finanziamento per le donne ed ha sottolineato la necessità di avere più cultura d'impresa per evitare fallimenti personali e brutte sorprese.

Il dibattito sull'imprenditorialità femminile ha quindi suscitato interesse ma ora che avete buttato il classico sassolino nello stagno continuerete a impegnarvi per far conoscere tali opportunità alle donne imprenditrici?

L'idea è quella di creare dei momenti d'incontro strutturati ai quali chiamare Cna, Fidimpresa, Confartigianato, le banche e gli operatori del settore così da avere tutte le informazioni per trovare la strada giusta, quella più diretta.  Il peggior difetto delle donne è quello di non saper cooperare.  Noi della Fidapa vogliamo provare a farlo per costruire poi della proposte concrete di aiuto all'impresa femminile senza inutili utopie.

Quali impressioni ha ricevuto dalle imprenditrici che hanno partecipato alla mostra e all'incontro?

Direi che sono rimaste molto soddisfatte.  Un'imprenditrice mi ha personalmente ringraziato per l'opportunità data di un confronto con altre realtà.  Questo conferma il forte bisogno di una cultura d'impresa più diffusa che ancora manca nel nostro territorio.  Insomma oggi l'artista, perché così amo definire chi opera con le proprie mani per manipolare e creare, non può rimanere solo tale e Orvieto deve dare luce a queste attività perché questo territorio ha delle peculiarità che devono assolutamente essere supportate.

Donne e credito è ancora un rapporto complicato oppure, come ha detto la Vignaroli, non ci sono grandi differenze tra imprenditrici e imprenditori?

Su questo punto ho dissentito perché ritengo che le donne non possano combattere ancora ad armi pari.  Alla donna viene chiesta sempre una garanzia da parte del coniuge, mentre per l'uomo spesso non è così.  D'altra parte le donne sono più concrete, attente e organizzate, in generale.  E' una questione di abitudine, direi quasi di dna.  L'uomo invece arriva agli stessi risultati per esperienza, con il tempo.

Prima si è parlato di sviluppo del territorio.  Qual è la "ricetta" che si sente di proporre?

Io amo questo territorio ma allo stesso tempo sono consapevole del fatto che bisogna essere razionali.  Cultura, storia ed enogastronomia sono potenziali risorse economiche che devono essere ben sfruttate.  Bisogna stimolare e creare corsi di cultura d'impresa.  Fino ad oggi molti imprenditori hanno operato in modo istintivo; ora questo non è più possibile.  Serve assolutamente una vera cultura d'impresa e su questo devono puntare le istituzioni preposte.  L'imprenditore deve coniugare sultura d'impresa e tradizione perché sul territorio è già tutto pronto.

Un'ultima domanda.  Qual è l'esperienza personale di Alessandra Fiumi imprenditrice?

Lavoro per un'azienda che non ha avuto mai difficoltà sul territorio perché conosciuta e leader nel campo delle assicurazioni.  È stato, invece, difficile a livello professionale perché Generali è una società fortemente maschile.  Basti pensare ad un dato; su 1440 agenti solo 300 sono donne e in Umbria siamo solamente in due.  Certamente il settore dei servizi è più facile per una donna perché sa mediare di più.  L'altra difficoltà riguarda l'essere datore di lavoro o meglio il referente di molti uomini, questo è un ostacolo ancora forte oggi ed è un problema tipico delle aziende di compresenza uomo-donna.

 

 

 

 

Pubblicato il: 04/05/2005

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