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"Povero Silvio" fa tutto esaurito

Teatro Mancinelli pieno in ogni ordine di posti, ieri sera, per lo show di Antonio Cornacchione

di Simone Zazzera

Teatro Mancinelli pieno in ogni ordine di posti, ieri sera, per lo show di Antonio Cornacchione: "Povero Silvio". Un vero tripudio per uno dei più applauditi comici di Zelig. Il suo personaggio storico, già sperimentato sia sotto il tendone di Sesto San Giovanni sia a "Che tempo che fa" di Fabio Fazio, riscuote sempre un notevole successo.

Indubbiamente, l'escamotage studiato da Marco Posani, autore dello spettacolo insieme a Cornacchione, è ancora di grande effetto: dire cose terribili sul Presidente del Consiglio fingendo di prenderne allo stesso tempo le difese. Soffrire e piangere per lui, quasi fosse un perseguitato. È questa la falsariga che ha caratterizzato le oltre due ore di gag.

Aiutato da una scenografia semplice, volta a rappresentare una improbabile festa dell'Unità, Cornacchione dialoga apertamente con il pubblico in sala per tutto il tempo. Un ingresso improvvisato, fatto dalla platea con un buffo cappello giamaicano in testa, un seguito a molti noto ed un finale improbabile, in cui il protagonista, realizzata l'impossibilità di convertire tutti i "Comunisti" presenti in sala in novelli scudieri di Silvio, tenta il suicidio. Sono questi i tratti distintivi di tutto lo spettacolo.

L'opera prima del popolare comico svela semplicemente ma efficacemente il "segreto" per tirarsi su di morale: un uomo normale, non particolarmente ricco né tanto meno bello, ha un'unica arma a disposizione per rifarsi: pensare a chi sta sicuramente peggio. Silvio Berlusconi.

Sebbene molte delle battute siano state già utilizzate dal comico in alcune sue precedenti comparse televisive, il loro susseguirsi ininterrotto ridà al monologo quella verve comica in grado di far esplodere il pubblico in sala con notevole semplicità.

L'inserimento dell'agitatore rosso come preambolo, teso ad aumentare il divario tra i due personaggi rappresentati - il Cornacchione comunista e il Cornacchione forzitaliota - crea quel clima di equivoco che il protagonista sfrutta sapientemente a più riprese. Così come la partecipazione del pubblico, coinvolto direttamente in vari momenti ed in varie forme: dal pensionato deriso al signore invitato sul palco a prendere parte all'omicidio/suicidio dell'attore.

Cornacchione getta la maschera solo alla fine, dopo essersi asciugato le copiose lacrime in fazzoletti via via sempre più grandi e sempre più simili a vere e proprie lenzuola. In un tripudio di musica elenca, cartellina alla mano e sorriso stampato in faccia, tutte le contestatissime leggi definite dalla sinistra "ad personam": dalla Cirami alla Salva Previti, dalla depenalizzazione del falso in bilancio all'abolizione delle tasse per i passaggi di proprietà.

Due ore di risate, apprezzate sia dai numerosi "Comunisti" presenti, sia dai pochissimi, dichiaratisi filo-berlusconiani.

 

Pubblicato il: 28/04/2005

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