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Baschi, in fiamme capannone della zona artigianale

Le fiamme all'interno dello stabilimento hanno divorato mozzarelle, prosciutti, hotdog e quant'altro era già conservato o in attesa di essere messo sotto vuoto nei magazzini...

di Stefania Tomba

BASCHI - Un incendio divampato nelle prime ore del mattino di ieri ha quasi completamente distrutto un capannone per il confezionamento di prodotti alimentari sottovuoto della zona artigianale di Baschi. Le fiamme all'interno dello stabilimento - un prefabbricato di 300 metri quadri - hanno divorato mozzarelle, prosciutti, hotdog e quant'altro era già conservato o in attesa di essere messo sotto vuoto nei magazzini. A innescare l'incendio probabilmente, secondo quanto emerso dai rimi rilievi dei carabinieri, sarebbe stato un corto circuito degli impianti elettrici degli uffici, da cui le fiamme hanno preso origine. Per poi estendersi ai locali destinati alla lavorazione e conservazione degli alimenti, comprese le quattro celle frigorifere. L'intervento dei vigili del fuoco è durato per l'intera mattinata, con l'impiego di due squadre e due mezzi, almeno nelle prime ore dello spegnimento. A causare maggiori difficoltà alle operazioni, l'enorme quantità di fumo che si era creata all'interno del capannone chiuso e che ha costretto i vigili del fuoco a indossare i respiratori per tutta la durata dell'intervento. Nelle fasi cruciali di spegnimento era stato anche chiesto il soccorso di un'altra autobotte e altri respiratori dalla centrale di Terni, soccorso che non si è più reso necessario visto il buon esito dell'intervento. A effettuare i primi rilievi tecnici per cercare di stabilire le cause del rogo i carabinieri della stazione di Baschi. L'ipotesi del corto circuito sarebbe al momento la più avvalorata dagli inquirenti. Per un sopralluogo sono giunti sul posto anche i sanitari della Asl che stabiliranno l'effettivo danno arrecato ai prodotti alimentari. Un bilancio che si preannuncia, tuttavia, drammatico per la nota azienda a conduzione familiare in quanto la quasi totalità dei prodotti conservati all'interno dello stabilimento non dovrebbe essere più commerciabile. La prima emergenza, dopo la frana che ha interrotto l'Amerina, ha riposto anche il problema dell'inadeguatezza della viabilità alternativa che i mezzi di soccorso devono necessariamente percorrere per intervenire in quella grossa parte di comprensorio.

Pubblicato il: 25/04/2005

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