Locali da ballo, cambiare per non morire
Non è un buon momento per Orvieto: la Clinica 21, dopo quattro anni positivi, è costretta a cambiare offerta. Il proprietario del Triangolo: la Rupe non tira più (nella foto Il triangolo)
Società
Cambiare è la parola d’ordine tra i gestori dei locali da ballo (discoteche, pub e altro) di Orvieto. «Il bacino d’utenza non è ampio - dice Stefano Malentacchi, uno dei cinque soci della Clinica 21, locale ubicato al centro di Orvieto -, cosicché siamo costretti a rivedere sia l’offerta di servizi che l’arredamento della struttura». In effetti dopo quattro anni a «tutta birra» la Clinica, quest’anno, sta passando una fase di declino «fisiologico», dice Malentacchi.
Paolo Basili, proprietario e gestore del Triangolo, dice che «Orvieto non tira più come un tempo. Mi ricordo come nel 1997, la data di apertura del Lord Byron (locale poi ampliatosi e trasformatosi nel Triangolo, ndr), in città ci fosse molta più gente che riempiva non solo il mio locale ma anche gli altri». Come ad esempio il Borgonova, che attualmente non riesce ad avere il successo di prima: solo il venerdì ottiene un buon riscontro di pubblico, diversificando l’offerta con spettacoli di cabaret, in quanto «i clienti - riprende Malentacchi - non vogliono solo ballare».
Infatti la domanda del bene divertimento negli ultimi anni si è fatta sempre più complessa: i gusti del popolo della notte sono mutevoli, volatili tanto che non è semplice per un imprenditore coglierli appieno. «La domanda in questo settore è ciclica - dice Basili -, un anno sei un fenomeno, l’altro non capisci più nulla». Quest’anno poi, intendendo sia il primo scorcio di 2003 che il 2002, la crisi economica si fa sentire in modo particolare: «La gente esce sempre meno - continua Basili -, soprattutto durante la settimana. Nel week-end, invece, le cose vanno bene». In quanto alle azioni di rinnovo del locale, Basili e Malentacchi sono convinti che siano necessari investimenti in tal senso.
Insieme agli altri soci, Malentacchi sta pensando a come rivedere sia l’ambiente interno sia l’offerta di servizi: «Vogliamo cambiare radicalmente l’impostazione - ci dice -. Ora la Clinica 21 è essenzialmente una discoteca, seppur di piccole dimensioni. La nostra idea è di farla diventare un locale buono per tutti i giorni della settimana: dove ci si possa mangiare, bere, ascoltare musica e assistere a spettacoli di cabaret - anche se per questi ultimi il denaro chiesto dagli attori, che non sono di Orvieto, è alto e non sempre ci si guadagna. In poche parole, diversificare per ridurre il rischio di impresa»). Di tutt'altra idea il proprietario del Triangolo, che, oltre a cambiare l’arredamento, vuole farsi da parte «dando la gestione in mano a gente che abbia gli stimoli giusti» per operare poi in un settore ad alto tasso di ciclicità.
Ma quale locale dell’Orvietano è sulla cresta dell’onda? Ci risponde Malentacchi: «Da un anno a questa parte solo il Quien Sabe (a Baschi, ndr) riesce a fare il pienone sia il venerdì, con musica dal vivo, che il sabato, disco music». Gli altri locali o si sono persi per strada, come il Balla Chi Legge che a novembre ha definitivamente chiuso i battenti, o arrancano in attesa che il vento cambi e che i ragazzi orvietani, è la chiosa di Basili e Malentacchi, «ritornino ad apprezzare il divertimento made in Orvieto».
E magari anche i non orvietani tornino a fare della Rupe il luogo principe in cui divertirsi. Non solo il fine settimana.
Nella foto Clinica 21
Pubblicato il: 22/02/2003