Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Come in alto, così in basso

Patrimonio invisibile sotto di noi, eppure vastissimo. È quello del sottosuolo delle nostre città

Cultura

di Valeria Cioccolo

È stato presentato a palazzo Faina il volume Come in alto, così in basso facente parte della collana “Conoscere e sapere” curata dal Servizio politiche culturali della Provincia di Terni. La ricerca, condotta da diversi studiosi, riguarda una parte del nostro patrimonio invisibile se vogliamo, ma estremamente preziosa: quella del sottosuolo, che, per le città italiane e in questo caso per la provincia di Terni in particolare, è estremamente ricca. Quattro le realtà presentate nel testo: Orvieto, Narni, Amelia e Terni, ognuna con le sue caratteristiche, le sue singolarità, i suoi misteri, tutte estremamente affascinanti. Ed ecco che sotto i nostri piedi si dispiegano grotte, cantine, cunicoli, si aprono colombari, cisterne, acquedotti. Nel corso della storia infatti il sottosuolo è stato vissuto tanto (se non di più!) del terreno soprastante. E tra l’altro i sotterranei rimangono spesso molto allettanti anche per l’alone di mistero che li circonda. Sono divenuti (forse proprio perché immersi nel buio) luoghi avvolti da un’aurea terribile e mitica, in cui potevano trovarsi tesori, ma in cui potevano anche attendere nascosti draghi, diavoli, fantasmi. L’interesse per il mondo ipogeo diventa a mano a mano sempre più scientifico e storico. Nasce alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, quando gruppi di appassionati speleologi cominciano ad avventurarsi lungo le strade sotterranee che corrono sotto di noi. Grazie alla loro collaborazione con le soprintendenze, sono riusciti a riportare alla luce, nel corso degli anni, un patrimonio culturale che rappresenta una fetta importante della nostra storia. Tra l’altro questi tesori sotterranei vanno a costituire una ricchezza anche dal punto di vista turistico. Nella provincia di Terni sta sempre più maturando l’idea di creare pacchetti che prevedano percorsi integrati tra le varie realtà ipogee della zona e di promuoverli non solo in ambito nazionale, ma anche europeo. C’è da dire che la nostra realtà (e Orvieto spicca per la quantità e varietà di percorsi sotterranei, chi infatti abitante del centro storico, non ha almeno una cantina sotto la propria abitazione?) è molto variegata. Se infatti andiamo a considerare le tipologie di vani, vediamo che gli ambienti sotterranei nascono per svariati usi. Non solo per ricavarne materiale da costruzione (cave), ma anche per le necessità della vita quotidiana (cantine, depositi, luoghi di culto). Altri sono il prodotto della stratificazione culturale che si crea nel corso del tempo (gli ambienti più vecchi sono cioè superati dall’altezza del nuovo piano stradale e degli altri edifici). Questa complessità dell’offerta può e deve essere sfruttata anche dal punto di vista turistico, non certo sacrificando il significato storico-culturale di questi veri e propri monumenti della nostra storia, ma attraverso una valorizzazione che permetta di farli conoscerli e perciò di renderli nuovamente parte integrante della comunità.

Il libro “Come in alto, così in basso” ha una presentazione grafica e contenuti ricchi e accattivanti. Ci rende più chiara una realtà che spesso è misconosciuta dalla stessa comunità che la abita. Il testo (e l’intera collana di cui fa parte) vuole togliere dalla marginalità e far conoscere tutta una serie di beni culturali definiti minori, ma comunque importantissimi.

Pubblicato il: 22/02/2003

Torna alle notizie...