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Conferito il Premio internazionale per i diritti umani "Città di Orvieto"

Giovedì 5 maggio, alle ore 9,30, presso la sala dei Quattrocento del Palazzo del Popolo. Premiati Tahar Ben Jelloun, il vescovo Vincenzo Paglia ed il rabbino Elio Toaff   

foto di copertina

Giovedì 5 maggio, alle ore 9,30, presso la sala dei Quattrocento del Palazzo del Popolo, centro congressi, verrà conferito il Premio internazionale per i diritti umani "Città di Orvieto", istituito ed organizzato con cadenza annuale dal Comune di Orvieto, sotto l'alto patronato del presidente della Repubblica, Carlo Azelio Ciampi.

Per il 2005, la giuria del Premio dedicato quest'anno al tema della "Ricerca del dialogo tra le religioni monoteiste" ha deliberato all'unanimità di attribuire il riconoscimento a tre figure di spicco nel panorama nazionale e internazionale, ciascuna con peculiarità diverse.

Sono lo scrittore Tahar Ben Jelloun, il vescovo di Terni, monsignor Vincenzo Paglia e il professor Elio Toaff, rabbino capo emerito  

Tahar Ben Jelloun  

È nato a Fès (Marocco) nel 1944, vive a Parigi ed è padre di quattro figli. Poeta, romanziere e giornalista, è noto in Italia per i suoi numerosi libri pubblicati soprattutto da Bompiani e da Einaudi, e per suoi acuti e attenti articoli di osservazione internazionale che appaiono frequentemente su "la Repubblica". 

Tahar Ben Jelloun, è considerato il più grande scrittore magrebino contemporaneo, tradotto in 26 lingue. Per il suo impegno civile e intellettuale ha assunto il ruolo di mediatore tra l'Occidente cattolico e l'Islam moderato e illuminato.

Ha studiato filosofia a Rabat. Iniziò la sua attività letteraria collaborando con la rivista "Souffles", che raccoglieva, sotto la guida di Abdellatif Laabi, giovani intellettuali ribelli e francofoni. Insegnò filosofia in un liceo di Tétouan. Nel 1971 si trasferì a Parigi per un dottorato in psichiatria sociale. Dai suoi incontri con pazienti magrebini immigrati iniziò a trarre spunto per le prime opere pubblicate in Francia.

Tra le sue opere principali: La notte sacra che vinse nel 1987 il premio Goncourt, Creatura di sabbia (Torino, 1987), L'estrema solitudine (Torino, 1988), La fidanzata dell'acqua (in: Teatro africano, Roma 1988), Moha il folle Moha il saggio (Roma, 1988), Girono di silenzio a Tangeri (Torino, 1989), Le pareti della solitudine (Torino, 1990), Dalle ceneri (Roma, 1991), Dove lo Stato non c'è: racconti italiani (in collaborazione con Egi Volterrani, Torino 1991), Lo scrivano (Torino, 1992), A occhi bassi (Torino, 1993), L'amicizia (Torino, 1994), Corrotto (ed. Bompiani, 1994) romanzo, Il primo amore è sempre l'ultimo (Le premier amour est toujours le dernier, 1995; in Italia tradotto da Bompiani con il titolo: L'ultimo amore è sempre il primo?).

Nel febbraio 1995 è uscita per le Editions du Seuil la raccolta di Poesia completa 1966-1995 (Poésie complète 1966-1995).

Con "L'Islam spiegato ai nostri figli", il dialogo tra lo scrittore e la propria figlia di dieci anni, provocato dalle domande che la bambina si è posta ascoltando la televisione o cogliendo i discorsi dei propri amici e degli adulti dopo i tragici eventi dell'11 settembre, Tahar Ben Jelloun interviene autorevolmente in un momento drammatico in cui in Occidente si fa molta confusione, nell'ignoranza diffusa e nella superficialità dominante che arriva a dichiarare la superiorità della civiltà occidentale su quella araba.

Ben Jelloun ha compreso come fosse utile per i più giovani, sia arabi che europei, chiarire alcuni concetti basilari, conoscere, almeno le linee generali dell'Islam, sapere anche solo qualche briciola della storia e della cultura del popolo arabo. Proprio dal suo rapporto con la figlia era nato anche il primo volumetto "didascalico" dell'autore marocchino, "Il razzismo spiegato a mia figlia" che ebbe un successo strepitoso sia in Francia che in Italia e che, in un periodo di rigurgiti razzisti, svolse una salutare opera educativa soprattutto nelle scuole elementari e medie.

Monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni

È nato a Boville Ernica (Frosinone) il 21 aprile 1945, ha frequentato il Seminario romano, sia minore che maggiore, dalla prima media sino alla conclusione del ciclo di formazione. Si è laureato in teologia presso l'Università Lateranense, dove ha conseguito anche la licenza in filosofia; si è poi laureato in pedagogia all'Università di Urbino. Ordinato sacerdote il 15 marzo 1970 nella diocesi di Roma, ha esercitato la funzione di viceparroco a Casal Palocco dal 1970 al 1973. Successivamente è stato rettore della Chiesa di Sant'Egidio in Trastevere. Dal 1981 al 2000 è stato parroco nella Basilica di Santa Maria in Trastevere e prefetto della terza prefettura di Roma. È stato a lungo segretario della Commissione resbiterale regionale e membro della Commissione presbiterale italiana, ed è stato inoltre nominato postulatore della causa di beatificazione del vescovo di San Salvador, Oscar Arnulfo Romero.

Il 2 aprile del 2000 è stato ordinato vescovo di Terni Narni Amelia nella Cattedrale di San Giovanni in Laterano e ha fatto il suo ingresso in diocesi il 16 aprile. È stato nominato dalla Santa Sede, nel settembre del 2002, presidente della Federazione biblica cattolica internazionale. Dal maggio 2004 è presidente della Commissione ecumenismo e dialogo della Conferenza episcopale italiana.

È presidente della Consulta per il problemi sociali, del lavoro, della giustizia e della pace presso la Conferenza episcopale umbra, presidente della Commissione per i beni culturali e presidente della Commissione per la cultura e le comunicazioni sociali.

È stato assistente ecclesiastico generale della comunità di Sant'Egidio che segue sin dall'inizio degli anni '70 partecipando attivamente all'Associazione "Uomini e Religioni" della comunità  stessa, che organizza incontri ecumenici e interreligiosi. Importante il ruolo svolto per l'incontro interreligioso internazionale svoltosi a Bucarest, che ha permesso il viaggio del Papa in Romania, primo paese ortodosso ad essere visitato da Giovanni Paolo II, e ha operato per la visita del patriarca Teoctist a Roma. Ha inoltre favorito il conferimento della Laurea honoris causa al Metropolita Kirill, responsabile del Dipartimento per gli affari esteri della Chiesa ortodossa russa.

Ha seguito con particolare cura la situazione balcanica. È stato il primo prete che ha avuto il permesso di entrare in Albania prima ancora delle prime elezioni libere del marzo 1991. È stato membro della delegazione pontificia per la prima visita pastorale in Albania; e in questa veste ha ottenuto la riapertura del seminario e la riconsegna della cattedrale di Scutari, che ha provveduto a restaurare e ripristinare al culto; ha inoltre avviato le relazioni diplomatiche tra Albania e Santa Sede. La sua azione è stata particolarmente impegnativa per le questioni relative al Kossovo. È riuscito a realizzare l'unico accordo tra Milosevic e Rugova per la normalizzazione del sistema scolastico-educativo nella regione. Ha ottenuto, inoltre, il rilascio di Rugova in Occidente durante la guerra del 1999. Per il suo impegno per la pace ha ricevuto il "Premio Gandhi" dall'Unesco e il premio "Madre Teresa" dal governo albanese.

Iscritto all'Ordine dei giornalisti del Lazio, collabora con riviste, giornali e a programmi radiofonici e televisivi. Ha collaborato alla cattedra di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma e ha pubblicato studi e articoli sulla storia sociale e religiosa nonché sulla storia della povertà. Significativi sono i suoi studi sul dialogo tra credenti e laici.

Professor Elio Toaff - Rabbino capo emerito

Nato a Livorno il 30 aprile 1915, si è laureato in Giurisprudenza nel 1938 all'Università di Pisa e nel 1939 in Teologia. Nello stesso anno ottenne il titolo di Rabbino maggiore al Collegio rabbinico di Livorno.

Nel 1941 fu chiamato a reggere la Comunità israelitica di Ancona, nel 1943 entrò nella Resistenza sui monti della Versilia. L'ANPI gli ha concesso la tessera ad honorem e nel 1946, dopo la guerra, fu nominato rabbino capo a Venezia.

Dal 1947 al 1951 insegnò lingua e lettere ebraiche nell'Università di Ca Foscari a Venezia. Nel 1951, alla morte del rabbino capo di Roma professor David Prato, fu chiamato a sostituirlo nella maggiore comunità italiana.

Il Congresso dei rabbini italiani e quello delle Comunità israelitiche lo hanno nominato presidente della Consulta rabbinica italiana, carica che ha tenuto per molti anni. Ha diretto il Collegio rabbinico italiano e l'Istituto superiore di studi ebraici. È direttore dell'Annuario di Studi Ebraici. Autore di molte pubblicazioni e di articoli nelle maggiori riviste specializzate in Italia ed all'estero. La sua biografia è stata pubblicata nel 1988 da Mondadori.

Nel 1997 insieme con Alain Elkann ha pubblicato il libro "Essere ebreo" e nel 1998 "Il Messia e gli ebrei" editi da Bompiani  Dal 1966 è membro del Collegio nazionale dei probiviri dell'ANFIM.

È membro fin dalla fondazione avvenuta nel 1957 dell'Esecutivo della Conferenza dei rabbini europei e dal 1988 fa parte del Presidium.

Nel 1991 l'Università Bar Ilan in Israele gli ha conferito la laurea "Honoris Causa" in filosofia. Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica, è stato proposto alla carica di senatore a vita

Nel suo testamento spirituale, Giovanni Paolo II ha citato solo due persone: l'ex rabbino capo di Roma, Elio Toaff (che negli appunti viene indicato come "il rabbino di Roma") e il segretario Don Stanislao. "I nostri fratelli maggiori, fratelli prediletti" così Giovanni Paolo II definì il popolo ebraico quando il 13 aprile del 1986 si recò al Tempio maggiore di Roma, per rendere omaggio alla più antica comunità ebraica della "diaspora".

"Fu un gesto sconvolgente da molti punti di vista - ricorda Toaff . Era la prima volta che un papa metteva piede in una sinagoga ed io ero molto impensierito perché non sapevo come sarebbe andata, né quale sarebbe stato l'atteggiamento del papa nel momento in cui entrava nel tempio. Ma quando l'ho visto venirmi incontro a braccia aperte e abbracciarmi davanti a tutti, allora la tensione si è appianata e tutto si è fatto molto più semplice e amichevole". È stata la prima tappa di un dialogo che non si è mai più interrotto. "Quel gesto gli ha fatto molto onore - ha detto il rabbino -. Ha smentito tutte quelle che sono state le persecuzioni che gli ebrei di Roma hanno dovuto subire negli anni, dalla chiusura nel ghetto del 1500". 

 

La giuria del Premio per i diritti umani "Città di Orvieto", presieduta dal professor Giovanni   Conso, presidente emerito della Corte costituzionale ed è composta da Staffan De Mistura, rappresentante speciale del Segretario generale dell'O.N.U. per il Sud del Libano, Clelia Piperno, docente dell'Università di Teramo, Clara Sereni, scrittrice, Gaetano Silvestri, professore di Diritto costituzionale all'Università di Messina, Stefano Cimicchi, presidente del Centro Studi "Città di Orvieto" ha deciso di riconoscere l'impegno delle suddette personalità conferendo loro il premio, che consiste nella messa a disposizione della somma complessiva di 15.000 euro, come sostegno alle iniziative da essi intraprese per favorire il dialogo e la pace nel mondo. 

Pubblicato il: 21/04/2005

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