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Un comitato in difesa del Chiani

Costituito a Ficulle. Si oppone alla realizzazione di una cava per l'estrazione di inerti. Raccoglie oltre settanta aderenti

foto di copertina

Si è costituito il comitato per la tutela e la valorizzazione delle valli del Chiani e Migliari, che si oppone all’apertura di una cava di inerti in località Pollaceto-Riolungo, nel Comune di Ficulle, sulle rive del Chiani.

Il presidente del comitato Stefano Ronci illustrerà in una conferenza stampa le motivazioni che hanno spinto oltre 70 cittadini residenti a Ficulle e Parrano alla costituzione dell’associazione, sorta  per impedire il rilascio dell’autorizzazione all’apertura della cava da parte della Regione dell’Umbria, sentiti i comuni coinvolti e la Provincia di Terni. Una conferenza dei servizi è stata indetta per il prossimo 27 aprile a Perugia. L’avvocato Urbano Barelli di Perugia guida il collegio di difesa del comitato.

I motivi di fondo che hanno spinto i cittadini alla lotta, tra cui il registra Folco Quilici ed altre illustri personalità da anni residenti nelle valli adiacenti, sono da ricercarsi nell’elevato impatto ambientale che tale opera, qualora venisse autorizzata, arrecherebbe a un’area di riconosciuto e indiscusso pregio paesaggistico, nelle vicinanze, per giunta, del sito di interesse comunitario di Parrano, le “Tane del Diavolo”(nella foto). L’apertura della cava comporterebbe, sostiene l’associazione, l’attraversamento a guado del fiume Chiani, con la conseguente distruzione degli argini esistenti e delle isole fluviali, la creazione ex- novo di una strada di circa tre metri di larghezza per circa un chilometro di lunghezza lungo il margine del bosco, che segherebbe in due l’intatta valle del Chiani e uno sbancamento sulla collina visibile a 360 gradi.

Il progetto risulterebbe peraltro non essere conforme alle indicazioni dei PTCP della Provincia di Terni per l’alta vulnerabilità idrogeologica della zona e a quelle del nuovo PRAE (Piano regionale per l’attività estrattiva.

L’inadeguatezza della localizzazione sarebbe dimostrata inoltre dalle conclusioni di uno studio geologico-ambientale commissionato dal comitato ai geologi dottori Francesco Antonio Biondi e Filippo Belisario, inviato agli uffici della Regione e della Provincia di Terni, che sarà illustrato durante la conferenza stampa. Dallo studio risulta che qualunque attività di escavazione nel sito prescelto potrebbe generare movimenti franosi in prossimità di un fiume classificato dall’Autorità di bacino ad alta esondabilità e mettere a rischio, tra l’altro, l’incolumità del Mulino di Parrano, importante emergenza storico-paesaggistica dell’area. L’attività di escavazione sul fondo valle creerebbe inoltre un notevole impatto visivo in un’area ad alta vocazione turistico-ambientale testimoniata, dai numerosi agriturismi presenti e dai futuri investimenti regionali sul Bagno minerale di Parrano, oltre ad un esteso inquinamento acustico e di trasporto di polveri, tipici dell’attività di escavazione.

Pubblicato il: 20/04/2005

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