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NOTIZIE CORSIVI

Cimicchi. Un respiro profondo e poi al lavoro

Polemiche vivaci  pubblicate nella nostra rubrica "corsivi" sul "caso Cimicchi" esploso nei diesse e in città

foto di copertina

Sempre più viva la polemica all'interno dei diesse e nella città sul "caso Cimicchi". Pubblichiamo tutti gli interventi nella rubrica "corsivi". A mobilitare pro o contro il consigliere regionale Cimicchi è stata, in particolare, una sua conferenza stampa senza remore, tenuta martedì, di cui Stefania Tomba rioporta i passaggi più significativi, che riproponiamo. 

di Stefania Tomba

ORVIETO - "Fare squadra per diventare adulti e avere il gusto di lavorare per l'Umbria". Parte da qui l'avventura regionale di Stefano Cimicchi, candidato Ds nella lista Uniti per l'Ulivo, eletto, sul filo di lana, con 5 mila 721 preferenze, a soli 8 voti di distanza dalla prima dei non eletti. L'affermazione dell'ex sindaco di Orvieto non tiene lontanamente fede alle proporzioni con la quale era annunciata.

"Avrebbe dovuto esserci - afferma - e non c'è stata, perché in larga parte del comprensorio è stata carpita la buona fede degli elettori". Ma andiamo per ordine. "La sfida elettorale - puntualizza Cimicchi - si è risolta in un testa a testa per motivi precisi e incontrovertibili.  Nella provincia di Terni il potenziale delle preferenze che avevano i Ds parlavano chiaro. Orvieto poteva contare su 6 mila preferenze che dimostravano, sin dall'inizio, che io ero un candidato a rischio. C'è stato poi un lavorio pesante per ridimensionarmi. Pochi dirigenti, in cattiva fede, hanno spostato 400 voti verso altri candidati, in tre quartieri di Orvieto e in tre Comuni del comprensorio è stata data indicazione di non dare la preferenza. A questo si aggiunge la diffusione del voto rosso nel comprensorio". "Se si intende la politica in questo modo - conclude amaro Cimicchi -  non c'è più paracadute per nessuno. È una politica selvaggia, fatta per coltellate e autolesionista, per giunta, perché il pericolo era che Orvieto non ottenesse il consigliere regionale. Unico scopo quello di darmi una lezione, perché Orvieto ha rappresentato un'anomalia quando 4 anni fa vinse il correntone. Qui c'è gente che, al riparo degli accordi tra le segreterie, svolge incarichi pubblici senza essersi mai misurato con l'elettorato, e poi c'è gente che si butta nella mischia a rischio di essere massacrato. Provo un sincero dolore a parlare di queste miserie mentre l'Ulivo vince in tutta Italia". Il gusto di lavorare per l'Umbria, però, resta intatto.  "Le sfide che avevo di fronte rimangono tutte valide - afferma Cimicchi - ma è evidente che così non si fa politica. I congressi hanno fatto perdere la testa a qualcuno. Sono stato in silenzio per 8 mesi, ma ora parlerò: così come è organizzato, sia a livello locale che dentro le istituzioni, il partito non funziona. C'è un'incompletezza degli organi dirigenti, c'è una presunzione di autosufficienza di alcuni che pensano che il partito si possa gestire in 3 o 4. Adesso si apre un chiarimento interno, perché il partito non si può gestire in questo modo, e in questo modo non è mai stato gestito. Quattro anni fa, quando il correntone vinse, vennero fatte scelte fondamentali: venne fatto presidente Prosperini, venne messo in segreteria Capoccia e venne mandata in Provincia Loriana Stella. Adesso Orvieto, deve decidere se vuole diventare adulta e iniziare a contare in Umbria, oppure no". Sull'ipotesi dell'assessorato Cimicchi smentisce apertamente che ci sia mai stata una promessa di scambio come "premio" per il sacrificio della poltrona di Orvieto. "E' una fandonia. Nessuno ha mai promesso niente, se farò qualcosa lo farò per la professionalità che ho espresso in questi anni. Non perderò neanche un minuto a coltivare la vendetta. Farò un grande e profondo respiro poi mi rimetterò a lavorare. Ma prima ringrazio gli elettori, il mio staff e i familiari che mi hanno tributato un consenso e un sostegno davvero commovente".

Pubblicato il: 07/04/2005

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