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Rapina a Montegabbione. Svolta nelle indagini

Ritrovati i guanti e i passamontagna con cui i malviventi avrebbero messo a segno il colpo sabato notte. I malviventi se ne sono andati con 120 mila euro e un discreto bottino di gioielli in oro

di Stefania Tomba

MONTEGABBIONE – Improvvisa svolta nelle indagini sull’efferata rapina che sabato notte si è consumata ai danni dell’azienda agricola di legname, nell’immediata periferia di Montegabbione. Nel corso dell’attività perlustrativi, disposta dai carabinieri sull’intero territorio, domenica notte, sono stati ritrovati i guanti e i passamontagna con cui i malviventi avrebbero messo a segno il colpo. Erano abbandonati ai margini di un fosso nei pressi della frazione del Faiolo, non lontano dallo svincolo autostradale. Prima di fuggire i malviventi avrebbero cercato, infatti, di cancellare ogni prova dando alle fiamme gli indumenti che li incriminavano. Ma dal rogo si sono salvati miracolosamente alcuni brandelli di un guanto antiscivolo e di un passamontagna. Un clamoroso incidente di percorso che adesso sarà sufficiente agli specialisti del Ris di Roma per risalire, attraverso l’esame delle tracce di pelle, saliva o sudore, all’esatto dna di almeno uno dei responsabili della rapina. In un paio di giorni al massimo i carabinieri di Orvieto contano di avere in mano i risultati. Intanto le indagini dei carabinieri proseguono attenendosi strettamente al racconto fatto dalla famiglia. In casa, intorno alle 4 di sabato notte, sarebbero entrati in due, da una finestra, mentre marito, moglie e figlio dormivano. La famiglia è stata legata e quindi picchiata e minacciata con un cacciavite. Il denaro era nascosto in casa, in punti diversi. E così, una volta finita la caccia al tesoro, i malviventi se ne sono andati con 120 mila euro e un discreto bottino di gioielli in oro, tra cui anche orologi di marca prestigiosa. Marito e moglie, entrambi sessantenni, e il figlio, di 35 anni, hanno riportato tutti una prognosi di una decina di giorni. La famiglia, titolare di un’impresa agricola di legname, impiega numerosa mano d’opera, la cui stragrande maggioranza è straniera. Secondo quanto riportato, almeno uno dei malviventi doveva parlare con un accento slavo. Questo metterebbe, al momento, gli inquirenti sulle tracce di una banda, probabilmente, di extracomunitari, che non sarebbe tuttavia, secondo i carabinieri, da ricollegare alla stessa che un paio di settimane fa ha rapinato gli anziani fratelli di Lubriano. Doveva trattarsi, in ogni caso, di persone che conoscevano bene le abitudini della famiglia, al punto da sapere per certo che molto denaro era nascosto in casa da qualche parte e non custodito in banca. Una rapina non soltanto efferata ma anche assolutamente audace questa, se non altro perché l’abitazione non è affatto isolata. La tenuta agricola infatti è alla periferia del paese, a poche centinaia di metri dalla locale stazione dei carabinieri e non lontana da altre abitazioni.

 

Pubblicato il: 05/04/2005

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