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La gente non spende, i saldi vanno male: perché?

Il segretario locale di Confesercenti, Sandro Gulino, parla della brutta situazione che passano i commercianti orvietani

Economia

Come stanno andando le vendite nel periodo dei saldi?
È stata questa la domanda d'esordio dell'intervista a Sandro Gulino, il segretario di Orvieto di Confesercenti. La risposta è stata lapidaria: male. Dopo una risposta così secca, la voglia di abbassare la cornetta del telefono c'è stata, ma subito abbiamo pensato di chiedere i motivi di questo momento negativo.


Signor Gulino, perché le cose non vanno bene?

Perché nei mercati internazionali c'è incertezza. E ciò è un deterrente per chi vuole acquistare.


Il motivo è solo questo?

No, mancano anche i soldi da spendere. Inoltre, la crisi che tocca alcune grandi aziende italiane (Fiat, Cirio e altro) e il pessimo andamento borsistico (causa ed effetto di una congiuntura internazionale nebulosa), minano la fiducia dei consumatori.


Che sono anche risparmiatori
E che non hanno molti soldi da risparmiare e da spendere. Vede, i pensionati non se la passano benissimo, io ho una madre pensionata e non sta meglio di alcuni anni fa.

Poi l'euro, con la paura di spendere che ha portato con sé

Sì, le cause sono molte. E il risultato è meno consumi. Ma uno dei motivi principali dell'incertezza è dato dalla guerra in Iraq. Sa, mi ricordo come anche nel 1991 ci fosse stato un periodo di grande difficoltà: speriamo che, una volta superata questa fase delicata, le cose migliorino.


Non crede ci sia qualcosa da rivedere nello strumento dei saldi?

In effetti a livello di Confesercenti nazionale (la Confederazione delle piccole e medie imprese del commercio, del turismo e del terziario) si sta pensando di cambiare qualcosa. Ma secondo me il problema non sta nel mezzo da usare: senza soldi e senza certezze, i consumi ristagnano.


Lei è rappresentante delle piccole e medie imprese commerciali. La media e grande distribuzione se la passa meglio?

Con certezza non glielo so dire, ma quando i soldi non girano, non vanno né da una parte né dall'altra.


Questa cattiva situazione è una particolarità orvietana?

No, i consumi languono sia ad Orvieto che altrove. Le cause, infatti, come detto, sono da riscontrarsi non in loco ma a livello nazionale e internazionale.


Non resta che sperare sul turismo.

"Certo, ma anche il turismo soffre dei fattori d'incertezza internazionale. E dalle prime stime, le posso dire che le prenotazioni per Orvieto non sono incoraggianti: anche gli stranieri non viaggiano molto, per paura degli attentati, per mancanza, anche qui, di denaro".


In effetti i giapponesi sono in crisi nera, negli Usa c'è la fobia 11 settembre, gli europei devono fare i conti con una rigidità della loro economia atavica (il discorso sarebbe lungo ed è meglio non entrarci): chi volete che debba spendere?

Pubblicato il: 19/02/2003

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