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Abusi sessuali sulle figlie minorenni, parola alla difesa

È stata l'ennesima udienza fiume con l'avvocato Morcella che ha superato abbondantemente le due ore di arringa. Tutte le tesi dell'innocenza...

di Stefania Tomba

ORVIETO - Atti di libidine sulle figlie minorenni consumati in 8 episodi nell'arco di 40 giorni. Di questo è chiamato a rispondere il commerciante orvietano alla sbarra dall'ottobre del 2003 dopo che la moglie, nell'ormai lontana estate del 2001, si recò in Procura a denunciarlo. Lunedì prossimo arriverà la sentenza del collegio penale che metterà fine almeno al primo grado di una delle più delicate vicende giudiziaria mai arrivate nelle aule del palazzo di giustizia orvietano. Il cinquantenne si è sempre professato innocente ribadendo l'assoluta estraneità ai fatti contestati. E ieri mattina in aula la difesa - sostenuta in maniera congiunta dall'avvocato, Guglielmo Santarelli, e dall'avvocato Manlio Morcella - ha chiuso il dibattimento. È stata l'ennesima udienza fiume con l'avvocato Morcella che, dopo le conclusioni del collega Santarelli, ha superato abbondantemente le due ore di arringa. Quando alle 14,30 lasciano tutti il palazzo di giustizia l'imputato è disteso e la difesa soddisfatta della requisitoria. Del tutto inaffidabili, secondo la tesi sostenuta in aula dai legali dell'uomo, sarebbero da considerare le dichiarazioni rese da una delle bambine interrogata in sede di incidente probatorio. Secondo quanto affermato, alla piccola sarebbero state rivolte domande "secche e dirette, in aperta violazione di qualsiasi dettame della psicologia forense. Domande alle quali la bambina, sotto pressione e in un contesto assolutamente esasperato, avrebbe risposto in maniera del tutto scontata". E d'altro canto le perizie mediche dei dottori Conti e Licata non avrebbero riscontrato alcuna lesione o elemento che sia riconducibile ad atti di libidine o abusi sessuali. Altrettanto cruciale per la difesa il fatto che le mutandine sulle quali la madre avrebbe rinvenuto delle tracce di sporcizia sarebbero completamente avulse dai giorni in cui si sarebbero verificati i fatti contestati. Torna quindi nelle ipotesi avanzate dalla difesa il sospetto che l'intera vicenda giudiziaria poggi in realtà sui profondi motivi di dissidio esistenti nel rapporto tra i due coniugi. Intanto la moglie dell'uomo, di origini sud americane, si è costituita parte civile affidando all'avvocato Emilio Festa le richieste di risarcimento del danno morale e biologico quantificato al momento in una provvisionale di 200mila euro. Ma la donna si è riservata a un secondo momento la richiesta per la voce patrimoniale. Lunedì prossimo il pm, che per il commerciante ha chiesto 7 anni e 6 mesi di reclusione, avrà diritto di replica. Al termine la Camera di consiglio da cui uscirà la sentenza.

Pubblicato il: 17/03/2005

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