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Bebè in vendita, 'Sono malata non posso tenere la bambina'

La donna che avrebbe formulato l'agghiacciante offerta sarebbe stata indotta a tanto da motivi di salute che le impedirebbero di tenere con sé la piccola. Emergono nuovi particolari inquietanti...

di Stefania Tomba

FABRO - "Sono molto malata, mi devo curare: non posso tenere la bambina". Queste le ragioni alla base del tentativo di vendita della neonata su cui il capo della procura sta cercando in questi giorni di fare piena luce. La donna che avrebbe formulato l'agghiacciante offerta sarebbe, dunque, stata indotta a tanto da motivi di salute che le impedirebbero di tenere con sé la piccola. È quanto emerge dal racconto fatto dalla 45enne napoletana ai carabinieri di Portici ai quali ha segnalato quello che le era capitato, mentre viaggiava di ritorno a Napoli insieme ad un altro uomo, nel parcheggio dell'area di servizio di Fabro est. I due molto probabilmente sarebbero stati scambiati per una coppia, incorrendo nella proposta della ragazza. Quando sono scesi dall'auto, infatti, la giovane, apparentemente 25enne, uscita da un'utilitaria bianca di cui la signora non ha fatto in tempo a notare la targa, ha chiesto alla donna se avesse dei figli per poi spiegarle della propria malattia. Specificando anche che aveva tentato di fare ricorso ai servizi sociali, ma senza esito. E che la situazione ora era peggiorata dal fatto che il suo compagno - lì presente - era costretto a tornare in Pakistan entro breve tempo. "Se fai una cosa del genere tua madre e tua sorella". Così aveva esordito a quel punto l'uomo che era con lei, brizzolato e scuro di carnagione, facendo un segno con il dito pollice di un secco taglio alla gola. Poi i due napoletani se ne sarebbero andati, senza voler ascoltare oltre. Ora potrebbe esserci qualche testimone che ha notato qualche particolare lo scorso 24 novembre intorno a mezzogiorno in quel parcheggio: qualsiasi particolare aiuterebbe le indagini che non hanno trovato, al momento, alcun riscontro. Un autentico giallo sul quale però il capo della procura, Calogero Ferrotti, sarebbe intenzionato a fare chiarezza, perché - afferma - "non ci sono motivi per ritenere il racconto della donna il frutto della fantasia di una mitomane". 

Pubblicato il: 15/03/2005

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