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Commerciante orvietano accusato dalla moglie di atti di libidine sulle due figlie. L'udienza conclusiva slitta

Nuova udienza per il prossimo 16 marzo, per consentire alla difesa di terminare la requisitoria

ORVIETO - Non arriverà neanche mercoledì prossimo la sentenza nel procedimento penale a carico del commerciante orvietano accusato dalla moglie di atti di libidine sulle due figlie minorenni. Ieri mattina in aula il presidente del collegio penale, il giudice Ianigro, ha fissato un ulteriore nuova udienza per il prossimo 16 marzo, per consentire alla difesa di terminare la requisitoria. Ennesima udienza fiume quella di ieri mattina in cui la parola è andata, prima, alla parte civile.

L'avvocato Emilio Festa è tornato a sostenere la richiesta del danno morale e biologico per la sua assistita, la moglie dell'uomo che, nell'estate del 2001, si era recata in Procura a denunciare il marito. A seguire, l'inizio della requisitoria della dell'avvocato Guglielmo Santarelli che sostiene la difesa congiunta, per il commerciante orvietano, con l'avvocato Manlio Morcella. Secondo la tesi sostenuta da entrambi i legali, l'uomo sarebbe completamente estraneo ai fatti che gli vengono contestati. E all'origine di tutta la vicenda, gli stessi legali ipotizzerebbero apertamente motivi di dissidio tra i coniugi, legati soprattutto alla straordinaria gelosia della donna. Il pm Calogero Ferrotti intanto ha già chiesto per l'imputato 7 anni e 6 mesi di reclusione senza il riconoscimento delle attenuanti generiche e con l'esclusione dalla podestà genitoriale e dagli uffici previsti dalla legge.

Pubblicato il: 20/02/2005

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