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Mi autodenuncio. Quella bandiera che vuole la pace l'ho messa io

Il segretario di AN espone denuncia contro ignoti per la bandiera sul palazzo comunale di Orvieto

Politica

di Giorgio Santelli
Confesso il reato, caro Sacripanti. Quella bandiera sul Comune l'ho messa io, Giorgio Santelli.

Sono fiero, e non penso che chiedere pace sia vilipendio. Non lo penso, perchè significa rispettare l'Articolo 11 della Costituzione italiana che vieta la guerra come arma di aggressione. Non è vilipendio perché un ministro del governo di cui il tuo partito fa parte ha addirittura provato a stracciare il tricolore e vietare l'Inno Nazionale sostituendolo con il Va Pensiero di Giuseppe Verdi. Non è vilipendio perché, in quell'indultino approvato, estendono anche temporalmente i reati per permettere ad Umberto Bossi di essere perdonato.

Sono felice di essere accusato, insieme a milioni e milioni di italiani, d'essere un pacifista. Sono contento che un Comune come Orvieto, che si distingue per le sue azioni di Pace, aderisca alla manifestazione. Siamo dalla parte del giusto. Siamo dalla parte di chi pensa che una guerra preventiva possa scatenare altri drammi. Drammi per le popolazioni irakene, costrette a vivere sotto il giogo di un regime dittatoriale dove le libertà vengono negate. Drammi anche per un aumento del terrorismo. Una guerra contro Saddam lo farà diventare un martire. Vale la pena dare al mondo arabo altri elementi per creare uomini, donne, ragazze e ragazzi pronti a sacrificare la propria vita.

A che serve la repressione? A che serve combattere l'odio con altro odio? Non mi pare che, in Palestina, il pugno di ferro di Sharon abbia ottenuto la pacificazione di quei territori.

Caro Sacripanti, torna dalla Digos e digli che la denuncia non è contro ignoti. Io ho un nome e cognome. Domani potrebbero arrestare tutti coloro che, da Orvieto, partiranno in treno o in pulmann per gridare la propria voglia di pace. Siamo tutti pacifisti. Arrestateci, ma quella bandiera la potrete strappare, mettere in un angolo, bruciarla. Ma ce ne sarà sempre un'altra pronta a sostituirla.

A te, Sacripanti, ti lascio una poesia. Leggila con i tuoi amici e prova a meditare sul significato vero della parola pace e su quanto vale la pena difenderla ad ogni costo.
Puoi anche ascoltarla, perché è una canzone famosa di Fossati. Ne ho messo versioni con autori diversi. Non può farvi altro che bene.


La versione di Marmaja
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La versione originale di Boris Vian
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IL DISERTORE
(Boris Vian) - Ivano Fossati


In piena facoltà
egregio presidente
le scrivo la presente
che spero leggerà.

La cartolina qui
mi dice terra terra
di andare a far la guerra
quest'altro lunedì

Ma io non sono qui
egregio presidente
per ammazzar la gente
più o meno come me

Io non ce l'ho con lei
sia detto per inciso
ma sento che ho deciso
e che diserterò.

Ho avuto solo guai
da quando sono nato
i figli che ho allevato
han pianto insieme a me.

Mia mamma e mio papà
ormai son sotto terra
e a loro della guerra
non gliene fregherà.

Quand'ero in prigionia
qualcuno mi ha rubato
mia moglie e il mio passato
la mia migliore età.

Domani mi alzerò
e chiuderò la porta
sulla stagione morta
e mi incamminerò.

Vivrò di carità
sulle strade di Spagna
di Francia e di Bretagna
e a tutti griderò.

Di non partire più
e di non obbedire
per andare a morire
per non importa chi.

Per cui se servirà
del sangue ad ogni costo
andate a dare il vostro
se vi divertirà.

E dica pure ai suoi
se vengono a cercarmi
che possono spararmi
io armi non ne ho

Pubblicato il: 15/02/2003

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