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Il pm ha chiesto 7 anni e 6 mesi per il commerciante orvietano accusato di violenza sulle figlie

Sette anni e 6 mesi di reclusione senza il riconoscimento delle attenuanti generiche e con l'esclusione dalla podestà genitoriale e dagli uffici previsti dalla legge. Questa la richiesta avanzata ieri dal pm, Calogero Ferrotti, al collegio penale del tribunale di Orvieto presieduto dal giudice Ianigro, per il commerciante orvietano che avrebbe abusato delle due figlie minorenni...

ORVIETO - Sette anni e 6 mesi di reclusione senza il riconoscimento delle attenuanti generiche e con l'esclusione dalla podestà genitoriale e dagli uffici previsti dalla legge. Questa la richiesta avanzata ieri dal pm, Calogero Ferrotti, al collegio penale del tribunale di Orvieto presieduto dal giudice Ianigro, per il commerciante orvietano che avrebbe abusato delle due figlie minorenni. La richiesta è pervenuta ai giudici al termine di una requisitoria fiume che ha occupato circa otto ore in due distinte udienze nell'aula Vincenzo Padova al primo piano del palazzo di piazza Corsica. Ce ne vorranno almeno altre due, già fissate per il prossimo sabato e poi ancora mercoledì, per chiudere una delle più delicate vicende giudiziarie arrivate davanti ai giudici del foro orvietano negli ultimi anni. Il pm è tornato, per l'ultima volta, a sostenere l'accusa ripercorrendo gli episodi dei presunti abusi sessuali a cui, nel corso di circa un mese di tempo, sarebbero state ripetutamente sottoposte entrambe le bambine, secondo la versione fornita agli inquirenti dalla moglie dell'uomo. La donna di origini sud americane lo denunciò alla procura nell'estate del 2001. Il magistrato aprì allora un fascicolo ipotizzando a carico del cinquantenne il reato di abusi sessuali sulle bambine che all'epoca dei fatti avevano 5 e 7 anni.

La moglie nel corso della prima udienza (ottobre 2003) si costituì parte civile, affidando all'avvocato Emilio Festa le richieste di risarcimento del danno morale e biologico. Molti i testimoni che per oltre un anno sono sfilati davanti ai giudici. Contraddittori i risultati delle visite mediche di una ginecologa: mentre su una delle bambine non aveva riscontrato la minima traccia di violenza, sull'altra sarebbero stati rinvenuti dei segni ritenuti anche compatibili con l'ipotesi dell'accusa. Tuttavia gli esiti delle perizie psichiatriche avrebbero tracciato un profilo pressoché concorde delle bambine che sarebbero risultate prive di tratti psicologici tali da far ravvisare traumi derivanti da abusi. E i legali dell'uomo avrebbero ipotizzato apertamente che all'origine della delicatissima e grave vicenda giudiziaria possano esserci profondi motivi di dissidio nel rapporto tra i coniugi.

"Assolutamente inusuale - affermano oggi gli avvocati della difesa Manlio Morcella e Guglielmo Santarelli - la durata della requisitoria rispetto all'entità del fatto contestato che lo stesso pm ha ricondotto a quelli che la vecchia giurisprudenza considerava atti di libidine. E radicalmente incredibili, per la stessa ragione, le richieste formulate dall'accusa. Tuttavia la difesa ha piena fiducia nei giudici. Il nostro intervento sarà in grado di chiarire tutto riguardo tutti i fatti e i personaggi coinvolti in questa singolare vicenda". 

Pubblicato il: 15/02/2005

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