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Opera del Duomo, ritardi nell'insediamenento dei nuovi vertici

Ad allungare i tempi ci sarebbero alcune perplessità del presidente uscente. "Ci sono cose che non vanno – afferma Aldo Mattioni – pertanto ho già provveduto a informare chi di dovere e nei prossimi giorni indirrò una conferenza stampa per chiarire ogni aspetto della vicenda”.

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ORVIETO – A più di due settimane da quando il ministro Giuseppe Pisanu ha sciolto le riserve sulle nomine per il rinnovo dei vertici dell’Opera del Duomo, il decreto non ha ancora trovato attuazione. Il presidente uscente Aldo Mattioni ammette di non convocare il consiglio in ragione di alcune perplessità. “Ci sono cose che non vanno – afferma – pertanto ho già provveduto a informare chi di dovere e nei prossimi giorni indirrò una conferenza stampa per chiarire ogni aspetto della vicenda”. Alcune perplessità, circa i nomi del nuovo cda della Fabbriceria, il presidente uscente le aveva già espresse nel corso della conferenza in cui aveva tracciato il bilancio della sua attività di tre anni da presidente. Anche se in quella occasione  si era dichiarato intenzionato a convocare i nuovi vertici il prima possibile. Ora invece pare che Mattioni abbia preso carta e penna probabilmente per palesare le proprie perplessità direttamente al Prefetto, dalle cui mani ha ricevuto il decreto ministriale. Questo l’iter. Il ministro emana il decreto. Il decreto passa al prefetto che deve dargli attuazione  affidandolo al presidente uscente che, a norma dello statuto, convoca il nuovo consiglio. Il decreto si ferma, invece, sulla scrivania di Mattioni. In particolare a far storcere il naso al presidente uscente sarebbero due nomi. Daniele Di Loreto e Don Ruggero Iorio entrambi non residenti nel Comune di Orvieto – come lo statuto vorrebbe -  bensì rispettivamente ad Allerona e San Venanzo. E questa sarebbe tra le ragioni principali per le quali si rifiuterebbe di dare attuazione al decreto. Ora la questione sarebbe dunque ritornata nelle mani del Prefetto. Ma, stando ai bene informati, da verificare ci sarebbe a questo punto anche la legittimità di Mattioni nello scegliere di bloccare l’applicazione del decreto ministeriale. L’ennesimo impasse frena il rinnovo dei vertici della Fabbriceria. In caso di non convocazione si potrebbe arrivare addirittura a una sorta di “commissariamento ad acta” da parte del prefetto che, attraverso un suo commissario “una tantum” provvederebbe a convocare la prima riunione del nuovo cda. Insomma il decreto dopo due mesi di braccio di ferro è stato emanato ma pare destinato a rimanere tutt’ora nel limbo. I nuovi consiglieri “in pectore”, ricordiamo, rispondono ai nomi di Daniele di Loreto, dirigente di primo piano delle Generali, Cesare Perali, figura storica del commercio orvietano, l’avvocato Francesco Venturi, l’architetto Stefano Stramaccioni e l’ex consigliere comunale Pds Marino Massimo De Caro, insegnante a Buenos Aires. A cui vanno ad aggiungersi i due membri direttamente nominati dal vescovo che sono quelli di Giuseppe della Fina, direttore scientifico della fondazione Faina e don Ruggero Iorio

Pubblicato il: 09/02/2005

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